Contabilizzazione del calore

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Ottobre 2016 (Anno XIII – Numero 9) intitolato “Contabilizzazione del calore”.

E’ ormai prossima la scadenza per ottemperare all’obbligo della contabilizzazione del calore negli impianti di riscaldamento condominiali, fissata per l’appunto al 31/12/2016. Allora torno sull’argomento per chiarire i dubbi su questo nuovo adempimento.
Cosa è?
La contabilizzazione del calore è un sistema tecnico che consente la misurazione dell’energia fornita alle singole unità immobiliari (utenze) servite da un impianto termico centralizzato, ai fini della proporzionale suddivisione delle relative spese. Accanto a questo serve affiancare un sistema di termoregolazione che consente all’utente di regolare anche la temperatura desiderata nell’abitazione (cronotermostato oppure valvole termostatiche).
A cosa serve?
La contabilizzazione del calore e la termoregolazione sono importanti per favorire il contenimento e la riduzione dei consumi energetici, attraverso il conteggio del calore utilizzato in ogni appartamento, e la giusta suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi di ciascun utente. Il risparmio d’energia deriverà da un utilizzo giudizioso del riscaldamento, in base alle vere necessità del soggetto (non si vedranno più case riscaldate ma vuote), e da un migliore controllo della temperatura ambiente (non si avranno più termosifoni accesi con le finestre aperte). Tutto queste motivazioni sono assolutamente ragionevoli e intelligenti, poiché l’energia non cade dal cielo e le risorse energetiche non sono illimitate.
Come funziona?
Negli edifici con distribuzione a montanti orizzontali si devono montare dei contacalore (contabilizzazione diretta), dispositivi posti sul pianerottolo che intercettano le tubazioni del riscaldamento che entrano nell’abitazione e misurano precisamente il calore prelevato dal singolo utente; questi sono collegati ad un cronotermostato interno che manovra la valvola motorizzata nel contacalore, aprendo o chiudendo il flusso dell’acqua di riscaldamento in base alla temperatura che rileva nell’ambiente.
Mentre nei fabbricati con distribuzione a montanti verticale si devono installare i ripartitori di calore (dispositivi elettronici che stimano il calore prelevato dall’utente – contabilizzazione indiretta) su ogni singolo radiatore insieme alle valvole termostatiche per il controllo della temperatura ambiente; in questi casi è necessario prevedere nella centrale termica una pompa di circolazione ad inverter (a portata variabile), che possa facilmente adeguarsi alle enormi differenze di portata d’acqua calda richiesta dal condominio nelle varie situazioni.
Ripartizione delle spese
L’utente è tenuto a pagare un addebito corrispondente alla quantità di calore volontariamente prelevata dall’impianto centralizzato per soddisfare le esigenze di temperatura del proprio alloggio (consumo volontario), e d’altra parte non può esimersi dal pagamento di una quota corrispondente alla quantità di calore dispersa dall’impianto al fine di rendere disponibile il servizio (consumo involontario). Il consumo volontario è misurato dai contacalore o dai ripartitori, manovrati dagli utenti in base ai loro desideri, mentre il consumo involontario è suddiviso con i nuovi millesimi di fabbisogno energetico (non è possibile utilizzare i millesimi di proprietà), con l’intento di ripartire tali costi proporzionalmente alle dispersioni di calore di ogni abitazione, attribuendo magior valore alla classe energetica dell’abitazione. Attenzione: il fabbisogno energetico dell’abitazione è calcolato sulla sua configurazione iniziale, appena costruita, ignorando le modifiche successivamente apportate, poiché queste influenza invece direttamente il consumo volontario (se si esegue un isolamento in intercapedine con polistirolo, questo diminuisce i consumi misurati dai ripartitori).
Condominio e contablizzazione
Il condominio deve predisporre un sistema di contabilizzazione del calore entro il 31/12/2016 per suddividere i consumi di riscaldamento in maniera equa tra i condomini. In questo senso è consigliabile seguire la seguente procedura:
1. l’amministratore informa l’assemblea;
2. incarico ad un tecnico per il progetto;
3. richiesta delle offerte agli installatori;
4. esecuzione delle opere;
5. il tecnico presenta il sistema;
6. lettura a metà stagione.

Tubo guaina per la rete gas

Tubo guaina per la rete gas
La norma UNI 7129-1:2015 specifica i metodi di posa delle tubazioni di gas all’interno di intercapedini e vani, come riportato qui sotto.
4.4.1.3 È consentita la posa della tubazione gas all’interno di intercapedini chiuse purché esse, non costituiscano “l’intercapedine d’aria della parete” e la tubazione sia posta all’interno di un apposito tubo guaina avente caratteristiche di cui al punto 4.4.1.4.
4.4.1.4 È consentito l’attraversamento di vani o ambienti classificati con pericolo d’incendio (per esempio autorimesse, box, magazzini di materiali combustibili, ecc.), purché le tubazioni di adduzione gas in acciaio abbiano soltanto giunzioni saldate e le tubazioni in rame abbiano soltanto giunzioni con brasatura forte. In ogni caso le tubazioni di adduzione gas devono essere protette con materiali aventi classe A1 di reazione al fuoco secondo UNI EN 13501-1. La protezione di cui sopra può essere realizzata, mediante un tubo guaina passante di metallo, avente diametro interno di almeno 10 mm maggiore del diametro esterno della tubazione gas e spessore non minore di 2 mm; materiali e spessori diversi devono comunque garantire una protezione equivalente. Inoltre la protezione deve essere dotata, al suo interno, di idonei distanziatori. In questo caso gli ancoraggi della protezione devono essere realizzati con materiali di classe A1. In alternativa, a quanto sopra indicato, la tubazione metallica può essere posta sotto traccia, secondo le prescrizioni di cui al punto 4.5.5.
4.4.1.5 Nell’attraversamento di muri perimetrali esterni, mattoni pieni, mattoni forati e pannelli prefabbricati, il tubo di adduzione gas non deve presentare giunzioni, ad eccezione della giunzione di ingresso e di uscita (vedere figura 2) e deve essere protetto con guaina passante impermeabile al gas. La guaina può essere indifferentemente metallica o di materiale polimerico; la guaina deve avere diametro interno maggiore di 10 mm rispetto al diametro esterno della tubazione.

Il lander Schiaparelli su Marte

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Novembre 2016 (Anno XIII – Numero 10) intitolato “Il lander Schiaparelli su Marte”.

Il lander “Schiaparelli” della missione “ExoMars” sfortunatamente si è schiantato sulla superficie di Marte. Comunque non è stato uno sforzo vano, infatti prima di abbandonarci ha dimostrato di aver compiuto con successo tutte le manovre che erano state previste, ed inoltre ha raccolto numerosi dati fondamentali per il prossimo viaggio. Allora, destinazione Marte!
Perché il nome Schiaparelli?
Giovanni Virginio Schiaparelli nato a Savigliano il 14 marzo del 1835 è stato un importante astronomo, storico della scienza ed ingegnere italiano, noto particolarmente per i suoi studi su Marte, infatti fu uno dei primi che disegnò una mappa del pianeta rosso; per questo in suo onore furono battezzati un cratere sulla Luna ed uno su Marte, oltre al lander di cui parliamo.
Cosa è ExoMars?
ExoMars è una missione progettata per l’esplorazione del pianeta Marte tramite una sonda robotica sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e da quella Russa (Roscosmos). Essa prevede il lancio dell’orbiter “TGO” (satellite in orbita intorno al pianeta) e del lander “Schiaparelli” (navicella che effettua la discesa e la sosta sul pianeta), il cui scopo è quello di testare il metodo d’ingresso, di discesa e d’atterraggio sulla superficie marziana, con l’obiettivo di inviare nel 2020 un rover (veicolo adibito al movimento sul corpo celeste). Siamo alla ricerca di eventuali tracce di vita biologica, per comprendere la geochimica del pianeta ed aumentare la conoscenza dell’ambiente. Infatti Marte è il quarto pianeta del sistema solare, ed è quello più simile alla Terra, poiché ha inclinazione dell’asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri. Per questo motivo è così interessante da studiare: si vuole verificare se era presente acqua e vita biologica sul pianeta, e capire il motivo per cui è scomparsa. Non a caso gli alieni li chiamiamo marziani!
Cosa ha trovato Schiaparelli?
Il lander Schiaparelli è stata progettato e costruito proprio in Italia, da Thales Alenia Space, con lo scopo di fornire la tecnologia per compiere un atterraggio controllato sulla superficie del pianeta rosso. Purtroppo qualcosa è andato storto, infatti il computer di bordo ha spento i retrorazzi di frenata dopo soli 3 secondi dalla loro accensione, invece dei 30 previsti, per questo il lander si è schiantato a 300 km/h sulla superficie marziana. Comunque, eccetto gli ultimi metri, la sonda si è comportata in maniera egregia, poiché ha eseguito lo sganciamento dello scudo termico, l’apertura del paracadute e l’accensione dei retrorazzi di frenata. I nostri scienziati sono riusciti a portare un orbiter intorno a Marte e quasi un lander sulla sua superficie, dopo un viaggio di 7 mesi e una distanza percorsa di 60 milioni di km. Bravissimi!
Esplorazione di Marte!
Questo non è il primo tentativo di approdare sul pianeta rosso, infatti sono state inviate già 40 sonde automatiche senza equipaggio, benché quasi i due terzi abbiano fallito, poiché sono enormi le difficoltà da superare e tanti i fattori che possono rovinare le missioni. Attualmente sono ancora operativi ed efficienti diverse sonde orbitanti intorno al pianeta, ed i rover Opportunity e Curiosity. Alla conduzione dei rover marziani partecipa anche un italiano, Paolo Bellutta, che detiene il primato della guida a distanza di un veicolo su un altro pianeta, circa 15 km dopo più di 11 anni di lavoro (considerate che si percorrono poche decine di metri al giorno)!
Quando la prossima missione?
L’orbiter TGO ExoMars è correttamente in posizione, è dotato di strumenti per l’analisi dei gas atmosferici e per la mappatura delle loro fonti, e ci aiuterà a scegliere il prossimo sito di atterraggio. Tutti i siti candidati sono nella zona equatoriale, sono geologicamente antichi e recano segni di una passata presenza di acqua liquida, e forse di vita biologica! La seconda missione di ExoMars sarà lanciata da Bajkonur con un Proton-M (vettore spaziale sovietico) nel 2020, e consisterà di un modulo di atterraggio costruito sulla base dei dati raccolti da Schiaparelli e dal TGO, che porterà sulla superficie del pianeta un rover ESA. Cosa aspettiamo? Partiamo alla scoperta di Marte!

Dietro le quinte

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Dicembre 2016 (Anno XIII – Numero 11) intitolato “Dietro le quinte”.

La compagnia teatrale “Quelli che .. continuano” presentano una famosa commedia d’autore, scritta da Edoardo Scarpetta con la riduzione di Marco Masini ed intitolata le “Tre pecore viziose”. Scarpetta è stato un attore e commediografo italiano, prestigiosa figura del panorama napoletano tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: egli creò il teatro dialettale moderno. Il testo è stato rimodulato dalla regia di Mario di Nardo, che ha ambientato le scene negli anni ’50 e riportato le battute in italiano dal dialetto napoletano. La storia racconta che in una famiglia mantenuta e dominata da una donna autoritaria e benestante (Beatrice), vivono tre uomini nullafacenti (le “tre pecore viziose”): Fortunato, Camillo e Matteo. Questi, all’oscuro l’uno dell’altro, son amanti di tre amiche estetiste, le quali organizzano una cena con i loro promessi sposi. Sul più bello, avvisata da una lettera anonima, Beatrice piomba a casa delle estetiste, e così se ne vedranno delle belle. Lo spettacolo è ricco di momenti comici e divertenti, così come di spunti di riflessione, e vede il primo esordio sul palcoscenico di una nuova attrice, Alessia Nicolella, a cui facciamo un grosso in bocca al lupo.
Il teatro non è solo ciò che si vede sul palcoscenico, ma un intero mondo di persone che si adoperano nella creazione dei costumi, delle scenografie, dell’illuminotecnica, della musica, e tutti coloro che, dietro le quinte, concorrono al perfetto svolgimento dell’evento, il direttore di scena (responsabile dell’allestimento), gli attrezzisti (arredatori), i macchinisti (costruttori della scena), i tecnici audio e luci, il trovarobe (assistente che reperisce gli oggetti), le sarte, le parrucchiere e, ovviamente, il regista. Dietro le quinte ed il fondale (telo nero), che impediscono al pubblico di vedere i muri del teatro ed il retroscena, in quello spazio angusto (meno di 1 metro di larghezza), si sviluppa un brulichio di opere ed attività essenziali per lo svolgimento dello spettacolo: macchinisti che allestiscono i cambi di scena successivi; attori che si preparano al loro ingresso in scena; fonico e relative apparecchiature; eventuale suggeritore; sarta e costumi per un cambio rapido. Un intero universo sconosciuto, meticolosamente organizzato ed ordinato, un folto gruppo di persone che si aggira invisibile e silenzioso nel retroscena per sistemare tutte le condizioni fondamentali per lo svolgimento della commedia.
Non si possono dimenticare tutti gli impianti di scena, l’illuminazione del palco, l’audio, le riprese, la climatizzazione, i quadri elettrici, le luci di sala, oltre ai camerini ed alla sala di regia. Ci sono ben 4 batterie con 3 fari ognuna separate da delle banderuole per isolare i fasci di luce, il sagomatore (illuminazione di aree circoscritte con l’intorno al buio) e lo stroboscopio (flash per lampi singoli o in sequenza), 2 microfoni nascosti a soffitto per la registrazione audio, la telecamera per la ripresa delle scene, il videoproiettore per le pause, e nella regia il sistema di controllo DMX delle luci, il mixer, il videoregistratore il notebook, infine lo schermo nei camerini per permettere agli attori di seguire lo spettacolo. Insomma, anche gli impianti tecnologici dietro le quinti sono numerosi e complessi, senza contare che per questo spettacolo i ragazzi e le ragazze della compagnia ci hanno preparato una sorpresa, che rende il loro lavoro teatrale sempre più qualificato e raffinato, infatti quando in scena arriva … … … mi dispiace molto ma non posso rivelarvi il segreto, mi hanno imposto il silenzio, quindi non vi rimane che venire a scoprire questa eccezionale novità con i vostri stessi occhi. Ci vediamo a teatro!

Nuova versione docfa 4.00.3

Nuova versione docfa 4.00.3
Dallo scorso aprile 2016 è diventato obbligatorio utilizzare la nuova versione 4.00.3 del programma Docfa per effettuare l’accatastamento dei fabbricati e le denunce di variazione, per l’accertamento e la comunicazione della proprietà immobiliare urbana.
Importante novità del Docfa 4.00.3 è la stima degli immobili produttivi (gruppi D ed E). Infatti la nuova versione del Docfa tiene conto delle disposizioni previste per la determinazione della rendita catastale degli immobili a destinazione speciale e particolare, censibili nelle categorie catastali dei gruppi D ed E, effettuata tramite stima diretta. Perciò è stata introdotta una ulteriore specifica tipologia di documento di variazione denominata “Dichiarazione resa ai sensi dell’art. 1, comma 22, L. n. 208/2015”, a cui è automaticamente connessa la causale “Rideterminazione della rendita” ai sensi dell’art. 1, comma 22 della legge di stabilità 2016.