L’impianto a cippato

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Giugno 2014 (Anno XI – Numero 6) intitolato “L’impianto a cippato”.

Abbiamo parlato già varie volte del progetto dell’Università Agraria per la realizzazione di un impianto a cippato per il recupero delle biomasse legnose, come ad esempio gli scarti delle potature. Ora vediamo meglio di cosa si tratta e verifichiamo a che punto è l’iniziativa.

Cosa è il cippato?
Il cippato è costituito da scaglie di legno vergine con misure variabili tra 2 e 5 cm, e viene ricavato dalla triturazione di residui boschivi, potature agricole, scarti dell’industria del legno, pallet e cassette inutilizzate. Tutti questi materiali sono rifiuti vegetali, in quanto scarti delle attività produttive agricole, forestali o industriali.

Come si usa?
Il cippato è un un bio-combustibile e viene utilizzato negli impianti di riscaldamento delle abitazioni (come il pellet), oppure negli impianti di cogenerazione per la produzione contemporanea di calore ed energia elettrica.

Differenze dal pellet?
Il cippato come il pellet presenta maggiore omogeneità rispetto alla legna da ardere ed è più comodo vista la possibilità del caricamento automatico nella caldaia. Il prezzo medio di mercato è paragonabile a quello della legna da ardere, mentre risulta più economico rispetto al pellet.

E’ vietato bruciare le potature?
Si. Infatti per quanto concerne la bruciatura di paglie, sfalci e potature, l’articolo 256 del DLgs 152/2006 prevede che “la combustione in pieno campo dei residui vegetali derivanti da lavorazione agricola e forestale si configura quale illecito smaltimento di rifiuti, sanzionabile penalmente”.

Come sarà l’impianto?
L’iniziativa dell’Università Agraria ha come obiettivo la realizzazione di un impianto di “selezione, cernita e recupero di rifiuti vegetali”, quindi senza la sezione di cogenerazione (combustione della biomassa). L’impianto dovrebbe occupare una superficie di 2.750 mq (pari a circa metà stadio comunale), ed essere suddiviso in una zona di stoccaggio dei materiali più un’area di produzione, dove è installato un trituratore per la frantumazione meccanica dei materiali legnosi. Sarà realizzato anche un piccolo prefabbricato destinato agli uffici.

Chi gestirà l’impianto?
L’Università Agraria ha sottoscritto il 26/05/2010 una convenzione decennale con l’impresa R.BL. Srl (Recupero Biomasse Legnose di Roma), per un canone di 4.125,00 Euro/anno oltre alla quota del 10% sugli utili dell’impresa.

Dove sarà l’impianto?
L’area individuata per il progetto è un terreno di proprietà collettiva sito nella zona di Colle Passero, a fianco della Via Empolitana, vicino all’ingresso che porta al Casone, in prossimità del futuro sito dell’Archeopark. Tali terreni sono a destinazione agricola, per questo l’accordo di programma approvato dal Comune con la delibera 15 del 31/05/2012 prevede la variazione delle norme tecniche di PRG al fine di permettere la realizzazione dell’impianto nell’area individuata con la seguente dicitura: “Nella sola zona a destinazione Agricola sita in loc. Fonte Valle distinta in Catasto al F. 17 part. 23, di proprietà della Università Agraria di Castel Madama, nella porzione delimitata a Sud dalla S.P. Empolitana, ad Est dalla strada del Casone, ad Ovest dal confine con altra proprietà e a Nord dal Fontanile di Fonte Valle, sarà consentito l’insediamento di un impianto di recupero di biomasse legnose (cippato) proveniente da sfalci e potature”.

A che punto siamo?
Il Comune ha annullato la D.I.A. 50/2013 per l’adeguamento dell’impianto di compostaggio depositata il 04/09/2013 dalla società R.B.L. Srl, poiché tale impianto attualmente non esiste, e perciò serve la richiesta di un permesso di costruire al posto della DIA presentata.
L’iniziativa dell’Università Agraria è certamente lodevole e l’impianto di cippato è importante, tuttavia occorre riflettere con attenzione anche sulla compatibilità del progetto con il sito individuato, considerando l’impatto acustico e paesaggistico sull’area agricola, senza dimenticare la conciliabilità con il futuro Archeopark.