L’Osteria da Ermelinda

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Maggio 2017 (Anno XIV – Numero 5) intitolato “L’Osteria da Ermelinda”.

Il gruppo del Centro Sociale Anziani presenta una nuova rappresentazione teatrale intitolata “L’Osteria da Ermelinda” dove “se canta, se magna e se brinda”. E per dire il vero gli attori hanno veramente mangiato e bevuto sul palcoscenico, rendendo così la rappresentazione più realistica e l’atmosfera più calda e familiare. Il recital dialettale è scritto e diretto da Michele Marazza, e rappresentato al teatro comunale in occasione della festa del santo patrono S. Michele Arcangelo.

La storia si svolge interamente davanti l’osteria della Sig.ra Ermelinda, dove si raduna quotidianamente un gruppetto di amici che passano il tempo cantando, mangiando e bevendo. Fanno parte della divertente brigata Peppe Cecara e Romoletto (due incalliti scapoloni), accompagnati da Ceccone (lo stornellatore) e Quartuccio (marito di Ninetta), Arturo (marito di Eufemia), Toto che suona la chitarra e Zifefè con il tamburello. Oltre a questi personaggi si incontra Righetto (l’oste), Ermelinda che è la burbera proprietaria dell’osteria, Nannarella (la cuoca), un’anziana signora di nome Lella che ha vissuto molti anni a Roma, Marianicola che ancora cerca marito, le due comari, Rolando rimasto vedovo di sua moglie Rolanda, ed infine le mogli infedeli che confessano al parroco i loro tradimenti ed il Sindaco che non vuole aggiustare le strade dove “scivolano numerose donne”.

Sono state riprese alcune divertenti scene della precedente rappresentazione, che hanno fatto molto successo anche questa volta, come la storia di Arturo ed Eufemia che litigano e si accapigliano per prendere l’acqua alla fontana con un secchio che purtroppo è bucato, oppure quella di Rolando rimasto vedovo, che però scopre di essere stato tradito in continuazione dalla moglie, così decide di non farle più un bel funerale, ma a questo punto lei si alza e va da sola a camposanto.

Certo durante la prima è saltata qualche battuta, ma si tratta pure di un gruppo teatrale amatoriale, e comunque l’impegno profuso è stato grandissimo ed il risultato ottimo: gli spettatori si sono svagati, trascinati in un mondo dove non esiste la play station e ci si diverte cantando e chiacchierando in compagnia, e non davanti al computer usando i social come facebook. Le storielle comiche si susseguono velocemente, interrotte dalle uscite della Sig.ra Ermelinda che sbraita continuamente, e contornate da numerosi canti, stornelli e cantilene, romani ma anche milanesi. Le scene sono intramezzate dal racconto di Romoletto e sora Lella che vantano le bellezze della città di Roma.

Si crea un atmosfera particolare, è un incredibile viaggio nel passato quando la panzanella, la pasta abbrustolita in padella ed il pane bagnato con lo zucchero erano una squisitezza, una prelibatezza, e se il tutto era addolcito da un bicchiere di vino allora era come stare in paradiso.

Tempi passati che sembrano lontani, ma per fortuna c’è il gruppo teatrale del CSA che ci ricorda quei momenti, quelle tradizioni, ed accende una speranza nei nostri animi prigionieri delle viziose abitudini odierne dove si parla ma non si comunica, si sente ma non si ascolta, si possiede ma non si ama, si sceglie senza pensare e si segue la massa, perdendosi in un infinito circolo viziato e folle.

Un pesce maschio per amico

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Dicembre 2015 (Anno XII – Numero 11) intitolato “Un pesce maschio per amico”.

Innanzitutto grazie a tutti i componenti della compagnia teatrale. Un sentito ringraziamento da parte mia, e sono sicuro da tutti quelli che hanno avuto il piacere di assistere al vostro ultimo spettacolo, per i gradevoli momenti che ci regalate ogni volta con le vostre divertenti commedie teatrali. E’ ammirevole l’impegno, la passione e la costanza che in questi anni avete infuso per portare sulla “piazza” di Castel Madama i vostri spettacoli teatrali. L’ultimo al quale ho assistito non è stato da meno, esilarante e coinvolgente, ma come ogni cosa ben fatta è il frutto di un percorso lungo ed un lavoro faticoso.
Prima di tutto c’è la vicenda che nasce da un fatto reale: un uomo bistrattato a lavoro dal capo donna e dalle colleghe. Dall’accaduto scaturisce un idea, vengono individuati gli attori più adatti per i vari ruoli, e poi si dipana la storia che è cucita intorno ad ogni protagonista in base alle sue caratteristiche e peculiarità; da qui scaturisce la sceneggiatura che conta più di 70 pagine, con l’obiettivo basilare di creare momenti di comicità ed allegria. Poi inizia la lettura del copione senza alcuna intonazione, per almeno 10 volte con tutti i protagonisti, mentre nel frattempo ogni attore rilegge il testo fino a memorizzarlo completamente; a conti fatti si legge la sceneggiatura almeno 50 volte!
Solo allora si procede ad inserire le movenze durante le prove, successivamente si aggiunge anche l’intonazione, e dopo lunghi ed impegnativi esercizi, scena dopo scena si assembla tutta la commedia. Il compito è arduo, può essere necessaria addirittura 1 ora intera di prove per ogni pagina di copione, senza considerare i tanti weekend trascorsi al teatro, le partite della propria squadra perse, i sabato sera occupati a recitare, e tutte le rinunce fatte per produrre una buona rappresentazione teatrale.
Questa forte passione nata come passatempo amatoriale, è andata perfezionandosi sempre di più, fino a diventare un vero esercizio di recitazione, con la realizzazione di scenografie assolutamente realistiche (le porte, il tavolo, le sedie, le poltrone, il quadro, l’ingresso, le pareti tinteggiate), un ottimo gioco di luci, quella penombra nella sala che aiuta lo spettatore ad immedesimarsi nella storia, la presenza del suggeritore di scena, l’assistente al sipario, le maschere di sala, un truccatore ed un parrucchiere che preparano gli attori, il tecnico delle luci e quello del suono. In tutto ci sono più di 20 persone, tra attori, attrici ed aiutanti, che lavorano in sintonia coordinate da una regia organizzata ed attenta. Il risultato lo abbiamo visto molto bene in tutte le rappresentazioni teatrali che il gruppo ha organizzato, e con questo articolo possiamo dire di aver imparato qualcosa anche sull’intenso lavoro che avviene prima dell’apertura del sipario.
Il gruppo di amici del teatro ci regala ogni volta un vero spaccato di vita quotidiana, con quel pizzico di comicità che diffonde allegria, una recitazione spontanea e naturale, una scenografia veramente realistica, uno spettacolo di grande armonia, il tutto avvolto in un palpabile amore per il teatro. Grazie tanto per tutto questo!