Difformità impianto gas

La verifica dell’impianto gas degli immobili residenziali abitativi, in conformità al DM 37/2008, alla UNI 7129 ed alla UNI 11137, attraverso gli esami a vista effettuati ed alle prove strumentali eseguite, può portare ad evidenziare le seguenti difformità rispetto ai requisiti tecnici minimi richiesti dalle norme:

  • Le tubazioni gas non superano la prova di tenuta
  • Il contatore del gas è interno all’abitazione ma senza essere stagno verso l’interno
  • Il contatore del gas è interno all’abitazione ma senza essere aerato verso l’esterno
  • Nel contatore manca la valvola di intercettazione
  • Nel contatore manca la presa di pressione
  • Manca la guaina d’attraversamento di pareti/solai
  • La cucina non ha la valvola da incasso a 120 cm dal pavimento
  • Manca la scatola stagna nel punto gas dei fornelli e della caldaia
  • Manca il setto di separazione tra il contatore e la caldaia
  • La cucina non ha l’apertura di ventilazione del locale (h<30 cm)
  • La cucina non ha l’apertura d’areazione del locale (h>180 cm)

Verifica impianto gas

La verifica dell’impianto gas è un’attività importante per accertare l’assoluta sicurezza e la corretta funzionalità dell’impianto di distribuzione del combustibile gassoso negli immobili residenziali, civili e commerciali. Infatti devono essere rispettati i requisiti e le prestazioni richiamate nel DM 37/2008 (dichiarazioni di conformità), nella UNI 7129 (progettazione e realizzazione) e nella UNI 11137 (verifiche impianti esistenti). In particolare sono da tenere conto questi esami a vista dell’impianto gas:

  • Corretta ubicazione della rete gas
  • Idoneità della guaina di attraversamento
  • Idoneità della valvola di intercettazione generale
  • Idoneità delle valvole di intercettazione delle utenze
  • Idoneità delle superfici di apertura di aerazione e di ventilazione

Inoltre deve essere effettuata la prova strumentale di tenuta dell’impianto gas interno, che parte dalla valvola a valle del contatore (dotata di presa di pressione) ed arriva fino al punto gas dei fornelli della cucina (e della caldaia) posto sul muro, escluso il tratto di allaccio degli apparecchi gas (il flessibile di collegamento). La prova di tenuta per gli impianti gas nuovi va eseguita per 15 minuti di stabilizzazione ed altri 5 minuti di prova (UNI 7129) ad una pressione compresa tra 100 e 150 mbar. La prova di tenuta per gli impianti gas esistenti va eseguita per 2 minuti di stabilizzazione ed 1 minuto di prova (UNI 11137) ad una pressione compresa tra 50 e 100 mbar.

Infine devono essere reperibili questi documenti:

  1. Dichiarazione di conformità impianto gas
  2. Relazione tecnica dei materiali
  3. Schema dell’impianto
  4. Allegati per Italgas

Novità UNI 7129-2015

Novità UNI 7129-2015
Le principali novità introdotte dalla UNI 7129-1 pubblicata nel 2015 sono:
– l’introduzione di nuovi materiali (giunti a pressare, sistemi multistrato, sistemi PLT-CCST);
– una migliore identificazione delle “zone contatore” (PdR) di pertinenza dell’impresa distributrice e di pertinenza dell’utilizzatore finale (nuove figure rappresentanti il rubinetto “punto di inizio” a squadra in modo da chiarire che non necessariamente il rubinetto deve essere dritto);
– le nuove modalità di installazione di “asole tecniche ad uso promiscuo”, manufatti orizzontali o verticali nei quali possono essere alloggiati anche altri servizi;
– la riduzione dei tempi previsti per il collaudo degli impianti e l’inserimento di una maggiore tolleranza nella lettura. In tal modo è stato acclarato che la tolleranza assoluta non esiste.

Le più importanti modifiche alla UNI 7129-2 pubblicata nel 2015 riguardano:
– installazione di apparecchi di tipo B11 in locali ad uso bagno e gabinetti;
– installazione di apparecchi di tipo B11 in presenza di apparecchi alimentati a combustibili solidi;
– è vietata l’installazione di apparecchi alimentati a GPL in locali con pavimento al di sotto del piano di campagna;
– razionalizzazione della struttura e delle formule di calcolo delle aperture di ventilazione ed aerazione.

E’ stata introdotta la nuova UNI 7129-5:2015 su “Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione – Progettazione, installazione e messa in servizio – Parte 5: Sistemi per lo scarico delle condense”. La norma si applica agli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla I, II e III famiglia secondo la UNI EN 437 ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La norma definisce le modalità per la raccolta e lo scarico delle condense prodotte dai generatori di calore a condensazione e a bassa temperatura e quelle che si formano nei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione.

Riferimenti normativi
UNI 7129-1:2015 – “Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione – Progettazione, installazione e messa in servizio – Parte 1: Impianto interno”del 01/12/2015. La norma si applica agli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla I, II e III famiglia di cui alla UNI EN 437 ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La norma fissa i criteri per la costruzione ed i rifacimenti di impianti interni o parte di essi, asserviti ad apparecchi utilizzatori aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW.

Tubo guaina per la rete gas

Tubo guaina per la rete gas
La norma UNI 7129-1:2015 specifica i metodi di posa delle tubazioni di gas all’interno di intercapedini e vani, come riportato qui sotto.
4.4.1.3 È consentita la posa della tubazione gas all’interno di intercapedini chiuse purché esse, non costituiscano “l’intercapedine d’aria della parete” e la tubazione sia posta all’interno di un apposito tubo guaina avente caratteristiche di cui al punto 4.4.1.4.
4.4.1.4 È consentito l’attraversamento di vani o ambienti classificati con pericolo d’incendio (per esempio autorimesse, box, magazzini di materiali combustibili, ecc.), purché le tubazioni di adduzione gas in acciaio abbiano soltanto giunzioni saldate e le tubazioni in rame abbiano soltanto giunzioni con brasatura forte. In ogni caso le tubazioni di adduzione gas devono essere protette con materiali aventi classe A1 di reazione al fuoco secondo UNI EN 13501-1. La protezione di cui sopra può essere realizzata, mediante un tubo guaina passante di metallo, avente diametro interno di almeno 10 mm maggiore del diametro esterno della tubazione gas e spessore non minore di 2 mm; materiali e spessori diversi devono comunque garantire una protezione equivalente. Inoltre la protezione deve essere dotata, al suo interno, di idonei distanziatori. In questo caso gli ancoraggi della protezione devono essere realizzati con materiali di classe A1. In alternativa, a quanto sopra indicato, la tubazione metallica può essere posta sotto traccia, secondo le prescrizioni di cui al punto 4.5.5.
4.4.1.5 Nell’attraversamento di muri perimetrali esterni, mattoni pieni, mattoni forati e pannelli prefabbricati, il tubo di adduzione gas non deve presentare giunzioni, ad eccezione della giunzione di ingresso e di uscita (vedere figura 2) e deve essere protetto con guaina passante impermeabile al gas. La guaina può essere indifferentemente metallica o di materiale polimerico; la guaina deve avere diametro interno maggiore di 10 mm rispetto al diametro esterno della tubazione.

Parallelismi Sovrappassi Sottopassi rete gas

Parallelismi Sovrappassi Sottopassi rete gas con altri servizi
La UNI 7129-1 al punto 4.5.1.3.4 specifica che nel caso di parallelismi, sovrappassi e sottopassi fra i tubi del gas ed altre canalizzazioni, la distanza minima, misurata fra le due superfici affacciate, deve essere tale da consentire gli eventuali interventi di manutenzione su entrambi i servizi e dove necessario, la tubazione del gas deve essere posta in guaina per evitare il pericolo che accidentali trafilamenti di gas possano interessare le canalizzazioni su indicate. Nei parallelismi la guaina deve essere prevista per l’intero tratto interrato se la tubazione del gas e le altre canalizzazioni sono ad una distanza minore di 1.000 mm. Nel caso di sovrappasso e sottopasso la guaina si deve estendere per non meno di 1.000 mm da entrambe le parti. Per le tubazioni metalliche le distanze di rispetto da cavi elettrici, telefonici e simili, non in cunicolo, devono essere conformi alle specifiche norme CEI.

Riferimento normativo
UNI 7129-1:2015: “Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione – Progettazione, installazione e messa in servizio – Parte 1: Impianto interno” del 01/12/2015. La norma si applica agli impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla I, II e III famiglia di cui alla UNI EN 437 ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682. La norma fissa i criteri per la costruzione ed i rifacimenti di impianti interni o parte di essi, asserviti ad apparecchi utilizzatori aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW.

Caldaie montate a regola d’arte

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Febbraio 2014 (Anno XI – Numero 2) intitolato “Caldaie montate a regola d’arte”.

Le caldaie devono essere montate a regola d’arte, facendo particolare attenzione al sistema di scarico dei fumi di combustione, infatti questi gas nocivi vanno accuratamente incanalati in una canna fumaria oppure opportunamente scaricati a parete. Negli edifici esistenti le canne fumarie non sono sempre presenti, per questo motivo si riportano qui sotto le prescrizioni di sicurezza che devono essere osservate.

E’ possibile installare la caldaia sotto un balcone?
Quasi mai. Infatti lo scarico della caldaia sotto un balcone deve essere collocato in posizione tale che il percorso dei fumi non sia minore di 2 m, dal punto di uscita dei gas alla soglia del balcone, compreso l’eventuale parapetto chiuso. Inoltre il terminale deve essere comunque posizionato ad una distanza minima di 30 cm dal solaio del balcone (50 cm per apparecchi a tiraggio naturale).

Si può avere lo scarico sotto una finestra?
Se la caldaia è a tiraggio naturale non è possibile, infatti la distanza minima da rispettare tra lo scarico e la finestra è 2,5 m. Invece, se l’apparecchio è a ventilazione forzata la distanza necessaria dalla finestra è solo 0,6 m.

Quali sono le distanze da rispettare?
I terminali di scarico degli apparecchi termici a gas muniti di ventilatore, con una potenza da 16 a 35 kW, devono rispettare queste distanze minime:
– 30 cm dall’angolo/rientranza dell’edificio;
– 30 cm dalla gronda o da tubazioni;
– 40 cm in adiacenza ad una finestra;
– 60 cm sotto una finestra;
– 100 cm a fianco di un balcone;
– 100 cm a fianco di uno scarico;
– 150 cm sotto un altro scarico;
– 220 cm dal piano di calpestio.

Cosa sono le canne fumarie collettive?
Le canne fumarie collettive servono per l’evacuazione dei fumi delle caldaie negli edifici con più piani, e sono composte da un condotto primario e da più canali secondari per l’allaccio dei singoli apparecchi. I condotti secondari devono avere un’altezza non minore di 2 m all’interno del primario. L’immissione dell’apparecchio nel condotto primario deve essere al di sopra del punto in cui termina il secondario sottostante. L’altezza minima della canna fumaria al di sopra dell’ultimo apparecchio deve essere di almeno 3 m.

Quante caldaie per ogni canna fumaria?
La canna fumaria può servire al massimo 6 apparecchi, e non più di una caldaia per piano. Non è consentito scaricare i prodotti della combustione di apparecchi non similari tra loro (ventilazione naturale/forzata) nello stesso camino, canna fumaria o condotto intubato.

Quando è possibile lo scarico a parete?
Non sempre. Infatti gli impianti termici installati dopo il 31/08/2013 devono essere collegati ad appositi sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell’edificio, come indicato nella Legge 90/2013 che modifica il DPR 412/1993. E’ possibile derogare da questo obbligo, e quindi scaricare i fumi a parete, solo nei seguenti casi:
a) si sostituisce una caldaia individuale esistente che già scaricava a parete;
b) c’è incompatibilità con le norme di tutela dei beni culturali (centro storico);
c) sussiste l’impossibilità tecnica a realizzare lo sbocco sopra il colmo del tetto.
Comunque queste caldaie devono avere un rendimento minimo del 93% (se la potenza è 35 kW), appartenere alla classe 4 o 5 secondo le emissioni di NOx (UNI EN 297, 483 e 15502), e rispettare la vigente norma tecnica UNI 7129-3:2008 sulla posizione dei terminali di tiraggio.

Si può avere il contatore vicino la caldaia?
No. Tutti gli apparecchi a gas devono essere installati ad una distanza di almeno 1,5 m dai contatori, siano essi elettrici o del gas. Solo se la caldaia è esistente, per superare l’ostacolo, è permesso realizzare un setto separatore tra apparecchio e contatore, in modo da evitare che eventuali fughe di gas possano trovare punti di innesco e causare incendi o esplosioni.

Definizione apparecchi a gas

La UNI 7129-2 insieme alla UNI 10642:2005, chiariscono le definizioni relative alla tipologia di apparecchi a gas di tipo A, B e C, come riportato qui sotto.
– Apparecchio di Tipo A: Apparecchio non previsto per il collegamento a camino/canna fumaria o a dispositivo di evacuazione dei prodotti della combustione all’esterno del locale in cui l’apparecchio è installato. Il prelievo dell’aria comburente e l’evacuazione dei prodotti della combustione avvengono nel locale di installazione.
– Apparecchio di Tipo B: Apparecchio previsto per il collegamento a camino/canna fumaria o a dispositivo che evacua i prodotti della combustione all’esterno del locale in cui l’apparecchio è installato. Il prelievo dell’aria comburente avviene nel locale d’installazione e l’evacuazione dei prodotti della combustione avviene all’esterno del locale stesso.
– Apparecchio di Tipo C: Apparecchio il cui circuito di combustione (prelievo dell’aria comburente, camera di combustione, scambiatore di calore e evacuazione dei prodotti della combustione) è a tenuta rispetto al locale in cui l’apparecchio è installato. Il prelievo dell’aria comburente e l’evacuazione dei prodotti della combustione avvengono direttamente all’esterno del locale.
– Tipo C6: apparecchio di tipo C previsto per essere commercializzato senza terminali di evacuazione o senza condotti di prelievo dell’aria e di evacuazione dei prodotti della combustione
– Tipo C61: Apparecchio di tipo C6 a tiraggio naturale.
– Tipo C62: Apparecchio di tipo C6 munito di ventilatore a valle della camera di combustione/scambiatore di calore.
– Tipo C63: Apparecchio di tipo C6 munito di ventilatore a monte della camera di combustione/scambiatore di calore.