Aggiornamento guida agevolazioni fiscali per risparmio energetico

Aggiornamento guida agevolazioni fiscali per risparmio energetico

L’Agenzia delle Entrate il 12/09/2017 ha effettuato l’Aggiornamento guida agevolazioni fiscali per risparmio energetico.

Gli aggiornamenti più recenti sono:

  • proroga della detrazione Irpef e Ires;
  • detrazioni più elevate per la riqualificazione energetica dei condomini;
  • beneficiari del diritto alle agevolazioni;
  • modalità di cessione del credito per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali.

L’Osteria da Ermelinda

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Maggio 2017 (Anno XIV – Numero 5) intitolato “L’Osteria da Ermelinda”.

Il gruppo del Centro Sociale Anziani presenta una nuova rappresentazione teatrale intitolata “L’Osteria da Ermelinda” dove “se canta, se magna e se brinda”. E per dire il vero gli attori hanno veramente mangiato e bevuto sul palcoscenico, rendendo così la rappresentazione più realistica e l’atmosfera più calda e familiare. Il recital dialettale è scritto e diretto da Michele Marazza, e rappresentato al teatro comunale in occasione della festa del santo patrono S. Michele Arcangelo.

La storia si svolge interamente davanti l’osteria della Sig.ra Ermelinda, dove si raduna quotidianamente un gruppetto di amici che passano il tempo cantando, mangiando e bevendo. Fanno parte della divertente brigata Peppe Cecara e Romoletto (due incalliti scapoloni), accompagnati da Ceccone (lo stornellatore) e Quartuccio (marito di Ninetta), Arturo (marito di Eufemia), Toto che suona la chitarra e Zifefè con il tamburello. Oltre a questi personaggi si incontra Righetto (l’oste), Ermelinda che è la burbera proprietaria dell’osteria, Nannarella (la cuoca), un’anziana signora di nome Lella che ha vissuto molti anni a Roma, Marianicola che ancora cerca marito, le due comari, Rolando rimasto vedovo di sua moglie Rolanda, ed infine le mogli infedeli che confessano al parroco i loro tradimenti ed il Sindaco che non vuole aggiustare le strade dove “scivolano numerose donne”.

Sono state riprese alcune divertenti scene della precedente rappresentazione, che hanno fatto molto successo anche questa volta, come la storia di Arturo ed Eufemia che litigano e si accapigliano per prendere l’acqua alla fontana con un secchio che purtroppo è bucato, oppure quella di Rolando rimasto vedovo, che però scopre di essere stato tradito in continuazione dalla moglie, così decide di non farle più un bel funerale, ma a questo punto lei si alza e va da sola a camposanto.

Certo durante la prima è saltata qualche battuta, ma si tratta pure di un gruppo teatrale amatoriale, e comunque l’impegno profuso è stato grandissimo ed il risultato ottimo: gli spettatori si sono svagati, trascinati in un mondo dove non esiste la play station e ci si diverte cantando e chiacchierando in compagnia, e non davanti al computer usando i social come facebook. Le storielle comiche si susseguono velocemente, interrotte dalle uscite della Sig.ra Ermelinda che sbraita continuamente, e contornate da numerosi canti, stornelli e cantilene, romani ma anche milanesi. Le scene sono intramezzate dal racconto di Romoletto e sora Lella che vantano le bellezze della città di Roma.

Si crea un atmosfera particolare, è un incredibile viaggio nel passato quando la panzanella, la pasta abbrustolita in padella ed il pane bagnato con lo zucchero erano una squisitezza, una prelibatezza, e se il tutto era addolcito da un bicchiere di vino allora era come stare in paradiso.

Tempi passati che sembrano lontani, ma per fortuna c’è il gruppo teatrale del CSA che ci ricorda quei momenti, quelle tradizioni, ed accende una speranza nei nostri animi prigionieri delle viziose abitudini odierne dove si parla ma non si comunica, si sente ma non si ascolta, si possiede ma non si ama, si sceglie senza pensare e si segue la massa, perdendosi in un infinito circolo viziato e folle.

Salva il suolo

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Luglio 2017 (Anno XIV – Numero 7) intitolato “Salva il suolo”.

Ogni anno in Europa si perdono 1.000 kmq di suolo fertile (pari a 100.000 ettari), che spariscono sotto una colata di cemento, un’area estesa come l’intera città di Roma. In Italia, la quantità di suolo urbanizzato nel 2016 era di 2,3 milioni di ettari (pari a 377 mq per abitante), il 7,6% della superficie nazionale complessiva di 30 milioni di ettari. Il terreno cementato è pari a circa un sesto della superficie agricola coltivata, ma a differenza di questa non produce frutti. Il problema è che il consumo di suolo continua costantemente ed ininterrottamente, con la scomparsa ogni anno di 22.000 ettari di aree naturali italiane (cioè 60 ettari al giorno).

Alla Lombardia compete il record nazionale di zone urbanizzate: 12,8% del territorio regionale.

A Roma, seppure con modifiche e riduzione della cubatura, sta per partire il progetto dello stadio della Roma per circa 600.000 metri cubi. In Sicilia invece, vicino Marina di Modica, un’area costiera classificata come Sito di Interesse Comunitario, ha visto ripartire le ruspe (già bloccate nel 2006) per la realizzazione di un complesso turistico di 40.000 metri quadri di superficie, di cui 3.000 metri quadri di edifici.

Spesso inoltre le opere non si terminano, sono infatti 752 le opere incompiute presenti sul territorio nazionale, come emerge dall’aggiornamento 2016 dell’anagrafe delle opere incompiute, pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ne abbiamo più di un esempio addirittura a Castel Madama: la caserma, la palestra ed il depuratore.

Per la “Giornata della Terra”, il 22 aprile 2017, Legambiente si è mobilitata in tutta Italia per incrementare le adesioni alla petizione popolare promossa da People4Soil, una rete libera e aperta di ONG europee, istituti di ricerca, associazioni di agricoltori e gruppi ambientalisti. Il suolo è una risorsa essenziale, limitata, non rinnovabile e non sostituibile: dalla salute dei suoli dipende il benessere attuale e delle future generazioni. La petizione – che può essere firmata anche online sul sito web www.salvailsuolo.it – chiede che l’Unione europea introduca una legislazione specifica sul suolo, riconoscendolo e tutelandolo come un patrimonio comune. Devono essere raccolte un milione di firme in tutta Europa entro il 12 settembre prossimo; sono 54mila quelle necessarie per raggiungere il quorum in Italia.

Spesso infatti si costruisce in modo selvaggio, avendo come obiettivo solo interessi speculativi, trascurando l’impatto sulla produzione alimentare, la conservazione della biodiversità e la riduzione dei cambiamenti climatici. La posta in gioco è alta e la battaglia è difficile.

La Camera dei deputati ha approvato a maggio 2016 la legge sul contenimento del consumo di suolo, che si è poi fermata al Senato. Per tutti gli Stati membri dell’Unione serve un codice normativo chiaro che ponga limiti alla trasformazione dei suoli e spinga la rigenerazione urbana.

L’Italia è già piccola ed il veloce fenomeno di consumo del suolo può rovinare in maniera irreversibile le bellezze del nostro territorio, senza considerare le altre minacce che gravano sul suolo: preoccupanti fenomeni di erosione, di inaridimento (in particolare al sud e nelle isole), di contaminazione dovuta a preesistenze industriali, avvelenamento da fitofarmaci in agricoltura.

Centinaia di associazioni ambientali sottolineano come “senza un suolo sano e vivo non c’è futuro per l’uomo. Oggi il suolo è violentato, soffocato, contaminato, sfruttato, avvelenato, maltrattato, consumato. Un suolo sano e vivo ci protegge dai disastri ambientali, dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari. Tutelare il suolo è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali”. Per questo oltre 400 associazioni chiedono all’UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l’acqua e come l’aria. Se sei d’accordo, vai e firma la petizione sul sito web www.salvailsuolo.it !

Olio di palma

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Aprile 2017 (Anno XIV – Numero 4) intitolato “Olio di palma”.

Si è parlato tanto dell’olio di palma, inizialmente lodando le sue qualità, poi criticando gli effetti ambientali negativi dovuti ai metodi di produzione ed infine paventando i suoi effetti dannosi sulla salute. Cerchiamo di far luce sull’argomento riportando i pareri di diversi enti ed associazioni!

04/09/2015 – Consiglio nazionale dei chimici

I chimici spiegano che “l’olio di palma ha ottime proprietà tecnologiche, di conservabilità, di qualità, di sapore e anche di prezzo. A livello nutrizionale i valori di questo olio vegetale sono molto simili a quelli del burro. La chiave sta, come sempre, nella misura.”

13/11/2015 – Ministero della Salute

Il Ministero della Salute avvisa la “possibile presenza di colorante Sudan IV, vietato in Europa negli alimenti, in olio di palma proveniente dal Ghana via Olanda.”

25/02/2016 – Istituto superiore di sanità

L’Istituto di sanità sostiene che “l’olio di palma è un ingrediente largamente impiegato nell’industria alimentare e rappresenta una rilevante fonte di acidi grassi saturi. La letteratura scientifica non riporta l’esistenza di componenti specifiche dell’olio di palma capaci di determinare effetti negativi sulla salute, ma riconduce questi ultimi al suo elevato contenuto di acidi grassi saturi rispetto ad altri grassi alimentari. Evidenze epidemiologiche attribuiscono infatti all’eccesso di acidi grassi saturi nella dieta effetti negativi sulla salute e, in particolare, un aumento del rischio di patologie cardio-vascolari. Per tale ragione, serve contenere il consumo di alimenti apportatori di grassi saturi.”

04/05/2016 – Efsa

L’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) afferma che “i contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, danno adito a potenziali problemi di salute. Le sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200°C). I più elevati livelli di Ge, come pure di 3-Mcpd e 2-Mcpd (compresi gli esteri) sono stati rinvenuti in oli di palma e grassi di palma, seguiti da altri oli e grassi.”

Il gruppo di esperti dell’Efsa sui contaminanti nella catena alimentare (Contam) ha spiegato che “ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo (Ge) sia genotossico e cancerogeno”, raccomandando ulteriori ricerche per colmare le lacune nei dati e migliorare le conoscenze sulla tossicità di queste sostanze, in particolare di 2-Mcpd.

11/05/2016 – Dipartimento Alimentazione, nutrizione e salute

L’Istituto superiore di sanità ricorda che “non esiste letteratura scientifica che affermi che i grandi consumatori di olio di palma hanno più alto rischio di tumore”, considerando che questi contaminanti si ritrovano anche in molti altri oli vegetali, e in alcuni prodotti alimentari trasformati.

28/07/2016 – Stiftung Warentest

L’associazione tedesca dei consumatori, Stiftung Warentest, ha testato 21 delle creme alla nocciola più diffuse, riscontrando che quelle con olio di palma contengono meno contaminanti di quelle che ne sono prive. Il loro suggerimento? Variare le proprie fonti alimentari ed evitare abusi.

22/11/2016 – Greenpeace

Greenpeace sottolinea l’importanza della sostenibilità ambientale, infatti per produrre l’olio di palma si disboscano e si incendiano intere foreste, portando alla perdita di biodiversità e minacciando gli ultimi rifugi di tigri ed oranghi, senza contare i danni causati sulla salute dalla densa cappa di cenere e fumo degli incendi, che uccide ogni anno circa 110.000 persone. Naturalmente questo prodotto è un motore importante dell’economia di alcuni paesi del Sud Est Asiatico. Non bisogna demonizzare ma nemmeno ignorare!

Serve fare in modo che le aziende si comportino seriamente, aumentando i controlli su tutta la filiera, per produrre finalmente l’olio di palma nel rispetto dell’ambiente, dei lavoratori e delle comunità locali.

Chiarimenti sulla Contabilizzazione del calore

Il Ministero ha pubblicato a giugno 2017 alcuni chiarimenti sulla contabilizzazione del calore.
Il 30 giugno 2017 infatti era il termine ultimo per l’installazione dei sistemi di misurazione del calore negli edifici con riscaldamento centralizzato.
L’obbligo, nato con la direttiva europea sull’efficienza energetica 2012/27/UE, è stato recepito in Italia con il DLgs 102/2014. L’obiettivo è quello di misurare il calore consumato da ogni singolo appartamento, ripartire le spese di gas in base agli effettivi prelievi di calore, ed ottenere un risparmio energetico.
Devono essere installati i contabilizzatori di calore e le valvole termostatiche in ogni abitazione. Per gli impianti a diramazione orizzontale si prevede l’installazione di contacalore individuali dei consumi all’ingresso di ogni unità immobiliare. Mentre per gli impianti a colonna verticale si ricorrere all’installazione di ripartitori elettronici: rilevatori di consumi in corrispondenza di ciascun radiatore delle unità immobiliari.
La suddivisione delle spese connesse al consumo di calore per il riscaldamento deve essere realizzata in base alla norma tecnica UNI 10200.
Il DL 244/2016 (Milleproroghe 2017) ha prorogato al 30/06/2017 il termine ultimo per l’installazione delle termovalvole. Il mancato adeguamento a tale obbligo può comportare sanzioni dai 500 ai 2.500 euro per appartamento.
Link del Ministero sui Chiarimenti.

Dubbi su Attestato di Prestazione Energetica

L’attestato di certificazione energetica degli edifici (ACE) è stato trasformato in attestato di prestazione energetica (APE) dalla Legge 90/2013, che inoltre prevede il rilascio di questo documento per tutte le unità immobiliari costruite, vendute oppure locate. Da ora in poi attenzione ai contratti di locazione senza l’APE!

Cosa è l’APE?
L’attestato di prestazione energetica dell’edificio è un documento redatto nel rispetto delle norme contenute nel DLgs 192/2005 e rilasciato da esperti qualificati che attesta la prestazione energetica di un edificio e fornisce raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Serve allegare il libretto all’APE?
Si. Se il libretto della caldaia non è allegato all’APE in copia o in originale l’attestato energetico non ha più una validità di 10 anni, ma solo fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata per le operazioni di controllo di efficienza energetica, ai sensi del DLgs 192/2005 come modificato dalla Legge 90/2013 .

Quando è obbligatorio?
In tutti i nuovi contratti. Nel caso di vendita, di trasferimento a titolo gratuito o di nuova locazione di unità immobiliari, il proprietario è tenuto a produrre l’attestato di prestazione energetica. In tutti i casi, il proprietario deve rendere disponibile l’attestato di prestazione energetica al potenziale acquirente o al nuovo locatario all’avvio delle rispettive trattative e consegnarlo alla fine delle medesime.

Chi deve predisporre l’APE?
Il proprietario o costruttore. Nel caso di nuovo edificio, l’attestato è prodotto a cura del costruttore, sia esso committente della costruzione o società di costruzione che opera direttamente. Nel caso di attestazione della prestazione degli edifici esistenti, ove previsto dal presente decreto, l’attestato è prodotto a cura del proprietario dell’immobile.

L’APE deve essere spedito?
Si. La documentazione attestante la classe energetica dell’edificio, con il relativo libretto d’impianto, deve essere consegnata in formato cartaceo presso gli uffici della Regione Lazio.

Chi sono i certificatori energetici?
Solo i tecnici qualificati. Il tecnico deve frequentare un corso specifico di formazione (durata minima di 64 ore) oppure essere in possesso di uno dei titoli indicati nel DPR 75/2013, iscritto ai relativi ordini e collegi professionali e abilitato all’esercizio della professione relativa sia alla progettazione di edifici che di impianti, nell’ambito delle specifiche competenze a esso attribuite dalla legislazione vigente.

L’APE è obbligatorio per gli edifici pubblici?
Si. Tutti i contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici, o nei quali figura come committente un soggetto pubblico, devono prevedere la predisposizione dell’attestato di prestazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare interessati.

Normativa certificazione energetica

Le norme relative alla certificazione Energetica sono in continuo mutamento, ed è per questo che è stata creata la figura del Certificatore Energetico, cioè un tecnico qualificato e competente in tale settore.

La norma originale è la Legge 10/1991, poi affiancata dal DLgs 192/2005 modificato da tutta una serie di leggi (DLgs 311/2006, Legge 99/2009, Legge 56/2010, DLgs 28/2011, ..), fino ad arrivare al DPR 59/2009 ed al DM 26/06/2009. Ultima novità entrata in vigore è il DM 26/06/2015.

Questo fino al 2013, quando il DPR 75/2013 ha introdotto la figura ed i requisiti del Certificatore Energetico, mentre Il Decreto Legge 63/2013 convertito con modificazioni dalla Legge 90/2013 introduceva l’obbligo di allegare il libretto della caldaia al Certificato Energetico, e ribattezzando l’ACE in APE, cioè l’Attestato di Certificazione Energetica nell’Attestato di Prestazione Energetica. Questa trasformazione non è solo formale ma anche sostanziale, infatti l’attuale metodologia di calcolo della classe energetica sarà presto modificata da un ulteriore decreto per il recepimento della direttiva 2010/31/UE sul rendimento energetico in edilizia.

Novità Detrazioni edilizie – Cessione del credito

A Giugno 2017 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la nuova guida sulle detrazioni fiscali previste in caso di lavori di ristrutturazione edilizia. La novità maggiore è la cessione del credito per gli interventi su parti comuni. L’agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione edilizia è disciplinata dall’articolo 16-bis del DPR 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi). Il beneficio fiscale inziale consisteva in una detrazione fiscale dall’Irpef del 36% delle spese sostenute per i lavori, fino a un ammontare complessivo massimo di 48.000 euro per unità immobiliare. Attualmente, per le spese effettuate fino al 31/12/2017 la detrazione è aumentata al 50%, con il limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare. La legge di bilancio 2017 ha prorogato anche il bonus mobili, il cosiddetto sismabonus (fino all’85%), e l’acquisto del box. Link della Guida dell’Agenzia delle Entrate.