La distribuzione dell’impianto di rivelazione incendi connesso sulla normale rete IP non è conforme alla normativa tecnica vigente e non permette di certificare l’impianto. Infatti le connessioni del sistema di rivelazione dell’incendio devono essere realizzate con cavi resistenti al fuoco, a bassa emissione di fumo, zero alogeni (LSOH) e non propaganti l’incendio, come richiesto dal punto 7.1 della UNI 9795:2013.

Inoltre i componenti devono rispettare le seguenti norme di riferimento:

  • I componenti devono essere conformi alla UNI EN 54-1 e compatibili (UNI EN 54-13).
  • I rivelatori puntiformi di calore devono essere conformi alla UNI EN 54-5.
  • I rivelatori puntiformi di fumo devono essere conformi alla UNI EN 54-7.
  • La centralina d’allarme d’incendio deve essere conforme alla UNI EN 54-2.
  • I dispositivi di allarme ottici ed acustici devono essere conformi alla UNI EN 54-3 – ed alla UNI EN 54-23.
  • L’apparecchiatura di alimentazione è in conformità alla UNI EN 54-4.
  • I dispositivi di isolamento conformi alla UNI EN 54-17.
  • I rivelatori ottici lineari di fumo conformi alla UNI EN 54-12.
  • I dispositivi di allarme acustici e luminosi devono inoltre essere conformi alla UNI EN 54-2.

Questi accorgimenti permettono di avere un impianto d’allarme d’incendio indipendente, con alimentazione sussidiaria, cavi resistenti alle condizioni d’utilizzo (alte temperature), a prova di guasto (ad anello chiuso) ed affidabile in ogni situazione.

2 Comments

    • Risposta ad Antonietta:
      I componenti non sono conformi alla UNI EN 54, e soprattutto i cavi non sono resistenti al fuoco, quindi in caso d’incendio bruciano e non eslicano la loro funzione essenziale, cioè quella di rilevare e segnalare l’allarme incendio.

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