Il pianeta rosso

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Giugno 2018 (Anno XV – Numero 5) sul pianeta rosso del sistema solare.

Il quarto pianeta dal Sole, subito dopo la Terra, è Marte: un mondo polveroso, freddo, deserto e con una sottile atmosfera. Questo pianeta ha le stagioni, le calotte polari, vulcani estinti e canyon. È uno dei corpi più esplorati del nostro sistema solare, ed è finora l’unico pianeta dove abbiamo inviato rover per esplorare il territorio. Le missioni Nasa hanno trovato molti indizi sul fatto che Marte fosse più caldo e piovoso, almeno miliardi di anni fa. Furono i Romani a chiamarlo così, come il loro dio della guerra, a causa del suo colore rosso come il sangue, mentre gli Egiziani lo chiamavano “Her Desher” che significa proprio “quello rosso”.

Marte in numeri
Il pianeta rosso ha un diametro di 6.800 km, la metà della Terra (13.000 km), con un’inclinazione di 25°, una lunghezza dell’anno di 687 giorni e una forza gravitazionale metà della nostra. Appartiene al gruppo dei “pianeti terrestri”, dove però sembra non essere presente vita biologica complessa, d’altronde vi è una temperatura media di -50°C. Marte dista 228 milioni di km dal Sole, orbita alla velocità di 100.000 km/h, e possiede due piccole lune (la nostra ha un diametro di 3.500 km): Phobos (22 km) e Deimos (12 km). Ha una massa 10 volte inferiore a quella della Terra, con un volume pari ad 1/6 del nostro, un’atmosfera costituita principalmente di biossido di carbonio (96%). La forza di gravità è debole, si pensi che sulla sua superficie il peso di un uomo sarebbe 1/3 (quindi basta trasferirsi su Marte per risolvere tutti i problemi di dieta).

Formazione
Quando il sistema solare stava sviluppando la sua attuale configurazione, 4 miliardi di anni fa, Marte nacque dalla forza di gravità che accentrò gas e materiale per formare il quarto pianeta del sistema solare. Come tutti i pianeti terrestri, Marte ha un nucleo centrale (ferro, nichel e zolfo), un mantello roccioso ed una crosta solida (ferro, magnesio, alluminio).
Presenta interessanti caratteristiche topografiche, infatti i vulcani, i meteoriti, i movimenti geologici e le condizioni atmosferiche, come le forti bufere di sabbia, hanno modellato fortemente il panorama marziano. Troviamo l’enorme canyon di “Valles Marineris” lungo 5.000 km e largo 7 km ed il più grande vulcano del sistema solare chiamato “Olympus Mons” (tre volte più alto del monte Everest).

Acqua
Marte sembra aver avuto molti fiumi antichi, delta e laghi d’acqua, rocce e minerali formatisi dall’erosione dell’acqua liquida (nella figura trovate l’immagine di Marte quando era giovane e come è ora). Oggigiorno, si può trovare l’acqua solamente sotto forma solida nelle regioni polari. Infatti si trovano condizioni troppo sfavorevoli per la sua esistenza in forma liquida: le temperature oscillano dai 20°C sino ai -153°C. Inoltre, se si fosse in piedi sulla superficie di Marte a mezzogiorno, si sentirebbe un tepore primaverile di 24°C ai piedi, ed un gelido vento invernale all’altezza della testa. Alcune volte i venti marziani sono così forti da creare delle bufere di polvere che avvolgono tutto il pianeta, e servono mesi prima che questa si depositi.
Gli scienziati non si aspettano di trovare forme di vita sul pianeta rosso, ma stanno cercando i segni della loro lontana esistenza, quanto il pianeta era più caldo e ricoperto d’acqua. Proprio a giugno il rover Curiosity della Nasa ha trovato delle nuove evidenze conservate nelle rocce sedimentarie che suggeriscono un’antica vita organica molecolare su Marte.

Le lune
Marte ha due lune a forma di patata perché queste hanno una massa così piccola che la gravità non è riuscita a renderle sferiche. I loro nomi derivano dai cavalli del Dio della guerra. Phobos, la luna più grande ed interna, si sta lentamente muovendo verso il pianeta sul quale si schianterà tra circa 50 milioni di anni.
Scrivere per il giornale “La Piazza” è stata l’occasione per scoprire nuove curiosità scientifiche, una mia passione che spero di essere riuscito a condividere anche con voi!

Il lander Schiaparelli su Marte

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Novembre 2016 (Anno XIII – Numero 10) intitolato “Il lander Schiaparelli su Marte”.

Il lander “Schiaparelli” della missione “ExoMars” sfortunatamente si è schiantato sulla superficie di Marte. Comunque non è stato uno sforzo vano, infatti prima di abbandonarci ha dimostrato di aver compiuto con successo tutte le manovre che erano state previste, ed inoltre ha raccolto numerosi dati fondamentali per il prossimo viaggio. Allora, destinazione Marte!
Perché il nome Schiaparelli?
Giovanni Virginio Schiaparelli nato a Savigliano il 14 marzo del 1835 è stato un importante astronomo, storico della scienza ed ingegnere italiano, noto particolarmente per i suoi studi su Marte, infatti fu uno dei primi che disegnò una mappa del pianeta rosso; per questo in suo onore furono battezzati un cratere sulla Luna ed uno su Marte, oltre al lander di cui parliamo.
Cosa è ExoMars?
ExoMars è una missione progettata per l’esplorazione del pianeta Marte tramite una sonda robotica sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e da quella Russa (Roscosmos). Essa prevede il lancio dell’orbiter “TGO” (satellite in orbita intorno al pianeta) e del lander “Schiaparelli” (navicella che effettua la discesa e la sosta sul pianeta), il cui scopo è quello di testare il metodo d’ingresso, di discesa e d’atterraggio sulla superficie marziana, con l’obiettivo di inviare nel 2020 un rover (veicolo adibito al movimento sul corpo celeste). Siamo alla ricerca di eventuali tracce di vita biologica, per comprendere la geochimica del pianeta ed aumentare la conoscenza dell’ambiente. Infatti Marte è il quarto pianeta del sistema solare, ed è quello più simile alla Terra, poiché ha inclinazione dell’asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri. Per questo motivo è così interessante da studiare: si vuole verificare se era presente acqua e vita biologica sul pianeta, e capire il motivo per cui è scomparsa. Non a caso gli alieni li chiamiamo marziani!
Cosa ha trovato Schiaparelli?
Il lander Schiaparelli è stata progettato e costruito proprio in Italia, da Thales Alenia Space, con lo scopo di fornire la tecnologia per compiere un atterraggio controllato sulla superficie del pianeta rosso. Purtroppo qualcosa è andato storto, infatti il computer di bordo ha spento i retrorazzi di frenata dopo soli 3 secondi dalla loro accensione, invece dei 30 previsti, per questo il lander si è schiantato a 300 km/h sulla superficie marziana. Comunque, eccetto gli ultimi metri, la sonda si è comportata in maniera egregia, poiché ha eseguito lo sganciamento dello scudo termico, l’apertura del paracadute e l’accensione dei retrorazzi di frenata. I nostri scienziati sono riusciti a portare un orbiter intorno a Marte e quasi un lander sulla sua superficie, dopo un viaggio di 7 mesi e una distanza percorsa di 60 milioni di km. Bravissimi!
Esplorazione di Marte!
Questo non è il primo tentativo di approdare sul pianeta rosso, infatti sono state inviate già 40 sonde automatiche senza equipaggio, benché quasi i due terzi abbiano fallito, poiché sono enormi le difficoltà da superare e tanti i fattori che possono rovinare le missioni. Attualmente sono ancora operativi ed efficienti diverse sonde orbitanti intorno al pianeta, ed i rover Opportunity e Curiosity. Alla conduzione dei rover marziani partecipa anche un italiano, Paolo Bellutta, che detiene il primato della guida a distanza di un veicolo su un altro pianeta, circa 15 km dopo più di 11 anni di lavoro (considerate che si percorrono poche decine di metri al giorno)!
Quando la prossima missione?
L’orbiter TGO ExoMars è correttamente in posizione, è dotato di strumenti per l’analisi dei gas atmosferici e per la mappatura delle loro fonti, e ci aiuterà a scegliere il prossimo sito di atterraggio. Tutti i siti candidati sono nella zona equatoriale, sono geologicamente antichi e recano segni di una passata presenza di acqua liquida, e forse di vita biologica! La seconda missione di ExoMars sarà lanciata da Bajkonur con un Proton-M (vettore spaziale sovietico) nel 2020, e consisterà di un modulo di atterraggio costruito sulla base dei dati raccolti da Schiaparelli e dal TGO, che porterà sulla superficie del pianeta un rover ESA. Cosa aspettiamo? Partiamo alla scoperta di Marte!