Condominio e contabilizzazione

Il condominio deve predisporre un sistema di contabilizzazione del calore entro il 31/12/2016 per suddividere i consumi di riscaldamento e produzione d’acqua calda sanitaria in maniera equa tra i condomini. In questo senso è consigliabile seguire la seguente procedura:
1. l’amministratore informa l’assemblea dell’obbligo di legge, magari con l’assistenza di un tecnico di fiducia;
2. i condomini decidono di incaricare un tecnico redigere il progetto dell’impianto di termoregolazione e contabilizzazione del calore;
3. in base al capitolato si richiedono le offerte ai potenziali installatori;
4. scelto l’installatore, ci sarà l’esecuzione delle opere sull’impianto termico;
5. è consigliabile che il progettista segua i lavori, effettui un controllo ad opere ultimate ed infine intervenga in almeno un’assemblea, insieme all’installatore, per spiegare a tutti i condomini come funzionano i sistemi di termoregolazione e contabilizzazione installati;
6. l’amministratore deve esigere che tutta la documentazione di progetto e di installazione sia completata e consegnata;
7. i condomini devono pretendete di avere una copia della documentazione che riguarda il loro appartamento, poiché il sistema sia trasparente;
8. durante il primo anno di contabilizzazione è bene fare una lettura a metà stagione per avere un’idea della spesa risultante e poter eventualmente correggere il proprio comportamento prima del calcolo finale dei costi di gas. Negli anni successivi non sarà più necessario aver letture intermedie.

Progetto di contabilizzazione

Il progetto di contabilizzazione del calore è obbligatorio ed essenziale per predisporre un sistema di suddivisione dei costi di riscaldamento che rispetti la normativa vigente. Introdotto già dalla Legge 46/1990, e successivamente richiamato dal DM 37/2008.
Il progetto dell’impianto di contabilizzazione deve rispettare la UNI 10200:2015 sugli “Impianti termici centralizzati di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria – Criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale ed acqua calda sanitaria”, che stabilisce i principi per la ripartizione equa delle spese di riscaldamento e produzione d’acqua calda sanitaria nei condomini.
Un buon progetto deve essere leggibile e comprensibile, chiarendo all’amministratore ed ai singoli condomini i seguenti elementi essenziali:
– la potenza di ciascun corpo scaldante;
– il metodo per fare il conteggio della ripartizione dei costi;
– la procedura di applicazione della UNI 10200;
– la tabella millesimale dei fabbisogni energetici;
– il sistema di calcolo della quantità di calore prodotta dal generatore;
– ripartizione tra consumo totale in consumo volontario e consumo involontario.

So’ italiano, ma …

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Giugno 2016 (Anno XIII – Numero 6).

Il Centro Sociale Anziani di Castel Madama, in collaborazione con la compagnia “Quelli che .. continuano”, dopo il successo dell’ultima rappresentazione teatrale “‘N-giruvaghenno”, ci presentano una nuova e frizzante sceneggiatura intitolata “So’ italiano, ma …” che ci trasporta e ci fa viaggiare tra le regioni italiane, i vari dialetti, i proverbi ed i canti popolari della nostra bella Italia. In questa pittoresca gita ci accompagna la saggia Arcana, che ci guida e ci spiega le espressioni dialettali più complicate.
Divertente la storiella della povera Vendura, che rimasta vedova, cade prima negli imbrogli del “camposantaro”, per poi trovare consolazione nelle attenzioni dello stesso briccone. Sono molto piacevoli gli stornelli ciociari, così come l’episodio buffo della cartomante campana la quale raggira lo sprovveduto di turno, che però alla fine si rende conto dell’inganno e delle finte doti preveggenti della mascalzona. Non è da dimenticare il racconto di Don Mimì, un corteggiatore petulante che cerca di proporsi alla sua dirimpettaia di casa, una giovane donna con un marito molto più attempato, la quale però ha già un giovane amante che le da lezioni di chitarra durante le sieste pomeridiane dell’ignaro consorte, e che musiche!
L’aneddoto di San Martino e del vino, o i discorsi di Tonino ed Aurelia curiosa della notizia su Ottorino Petroni, che si è scoperto essere un travestito, ed il raccontino dello sbronzo Astemio Bevilacqua la cui moglie si impegna in generose relazioni pubbliche come cosiddetta consolatrice degli afflitti, ogni storiella intervallata con vivaci canti, come il popolare stornello: “Quel mazzolin di fiori che ‘l vien da la montagna”. Veramente spassosa anche la scenetta del povero marito che piange la sua adorata moglie Rolanda, per la quale voleva organizzare un imponente funerale con carrozza e cavalli bianchi, ma la visita inaspettata dei suoi numerosi amanti gli fanno cambiare idea, finché all’improvviso la moglie defunta non si alza dicendo che andrà da sola al cimitero.
I momenti più esilaranti dello spettacolo sono stati sicuramente gli stornelli allegri e le storielle divertenti, senza tralasciare i curiosi proverbi regionali e la riuscita chiusura finale con il canto dell’inno nazionale.
Insomma, il gruppo teatro del C.S.A., in cui si fa valere molto la “C” di Centro e la “S” di Sociale, e ben poco si riconosce la “A” di Anziano, ci ha regalato un’altra spiritosa ed istruttiva rappresentazione teatrale, ma soprattutto la dimostrazione che ogni età della vita ha i suoi tesori da donare e che “Un uomo non è vecchio finché è alla ricerca di qualcosa” (per dirla con un aforisma di Jean Rostand). Per questo sono da ringraziare tutti i componenti del recital: Antonietta Pietropaoli, Antonio Petrini, Benedetto Mancini, Francesca Livi, Giovanni Mancini, Margherita Proietti, Maria Domenica Ruggeri, Maria Onofri, Maria Sistina Censi, Mario Bussi, Mario Garofolo, Mario Moriconi, Piera Iannuccelli, Pina Salvatori, Renzo Possenti, Rosaria Nonni, e per finire il tecnico Michele Garofolo, la regia di Carlo Marazza e la presidente Rina Iori.

Informativa per gli Amministratori di Condominio

In occasione di un “accesso agli atti” presso gli archivi dei Vigili del Fuoco, su incarico di un importante studio di amministratori di Condominio di Roma, è emerso che le attività prive del certificato di prevenzione incendi sono numerose.
Ben conoscendo la gravità delle sanzioni civili e penali (D.Lgs. 758/1994) cui deve far fronte il responsabile della struttura, abbiamo ritenuto utile ed opportuno, da una parte, diffondere un’informativa gratuita su questo delicato argomento e dall’altra renderci disponibili per qualsiasi chiarimento fosse necessario al riguardo.
Vige purtroppo, la malsana consuetudine di incaricare il tecnico quando oramai l’accertamento da parte dei Vigili del Fuoco ha avuto luogo, ed il relativo verbale è già stato trasmesso alla magistratura, la quale a sua volta dà corso al procedimento penale, con tutte le ricadute che ciò implica, prima fra tutte quella legata alla necessità di formare un collegio di difesa, senza considerare che l’attività va comunque messa a norma ed in aggiunta va pagata una salata sanzione pecuniaria.
Alle stesse conseguenze si giungerebbe qualora fosse la Polizia Municipale, la ASL o qualsiasi altro ufficiale pubblico, anche nel corso di controlli di altro genere, ad evidenziare l’assenza della SCIA o del Certificato di Prevenzione Incendi.
È quindi di vitale importanza rilevare che l’esercizio di tutte le attività di seguito elencate, di cui l’amministratore di condominio è, secondo la legge, diretto responsabile, richiede l’autorizzazione di prevenzione incendi dei Vigili del Fuoco:
– Centrali termiche con potenzialità superiore a 116 kW;
– Autorimesse di superficie complessiva superiore a 300 m2;
– Edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio superiore a 24 m.

Googlando

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Maggio 2016 (Anno XIII – Numero 5), intitolato “Googlando”.

La tecnologia nasconde delle enormi potenzialità, positive o negative, ma tutto dipende da come la si usa, e negli ultimi 30 anni soprattutto internet ha stravolto il nostro modo di vivere e comunicare. Googlare, la nuova parola entrata da poco nel nostro dizionario, significa cercare con google, cioè fare una ricerca attraverso la rete telematica servendosi del motore di ricerca google, anche se è divenuto sinonimo generico di “cercare su internet”. Insomma, googlando nella rete qualche volta mi imbatto in siti molto interessanti. Oggi andiamo alla scoperta di alcuni di questi.

BBC.co.uk
La BBC ha promosso sin dal 1943 un servizio mobile di diffusione nel mondo dell’inglese, ora anche online con la sezione “Learning English”, dove è messa a disposizione un enorme quantità di materiale multimediale gratuito per l’apprendimento della lingua anglosassone, indirizzato sia ad insegnanti che a studenti. Sono a disposizione addirittura interi corsi d’inglese articolati su diversi livelli: per principianti (lower-intermediate), per intermedi (intermediate) e per esperti (upper-intermediate). Insomma, chi vuole imparare l’inglese può accedere a questo sito googlando “bbc learning english course”, il primo link è quello che cercate.

Hubblesite.org
Il telescopio spaziale Hubble è stato inviato in orbita (a 600 km di quota) nel 1990 con un progetto congiunto della NASA ed ESA (Agenzia Spaziale Europea), in modo da catturare immagini dello spazio e capire meglio i fenomeni celesti. Sono disponibili diverse collezioni delle fotografie scattate dall’Hubble: il sistema solare, le stelle, le galassie, le nebulose, l’universo, oppure una raccolta selezionata delle più belle foto. Allora, per chi ha la testa tra le stelle basta googlare “hubble album”.

Link2universe.net
Accanto a questo sito è presente anche un canale youtube intitolato “Link4universe”, un portale dedicato alle notizie dell’astronomia, con l’obiettivo di creare un ponte tra il pubblico ed il mondo della ricerca scientifica, e diffondere le scoperte più recenti con un linguaggio semplice ed alla portata di tutti. Allo stesso tempo i creatori del sito si propongono come punto di riferimento anche a chi lavora nel mondo della fisica e dell’astronomia, con la pubblicazione dei più recenti articoli della comunità scientifica. In definitiva, se dopo aver ammirato le stelle con Hubble siete curiosi di capire come funziona l’universo basta visitare questo sito o il suo seguitissimo (57.000 iscritti) canale youtube.

ISS Hdev
La stazione spaziale internazionale (ISS) dedicata alla ricerca scientifica si trova nell’orbita terrestre bassa (a 400 km di quota), è un progetto congiunto di diverse agenzie spaziali ed è abitata in modo continuativo dall’anno 2000: anche la nostra Samantha Cristoforetti è stata lì ed è tornata da poco. A bordo dell’ISS è stato avviato l’esperimento HDEV (High Definition Earth Viewing) tramite il montaggio sul modulo “Columbus” di diverse videocamere puntate verso la terra, che mostrano in diretta (live) il nostro pianeta ossia la nostra casa. La terra, vista così, genera un effetto incredibile: i colori sono spettacolari, si riesce a scorgere la curvatura dell’orizzonte, la si vede ruotare, anche abbastanza velocemente, poiché la stazione compie ogni giorno quasi 16 giri intorno al pianeta. Qualche volta l’immagine è assente, ma non c’è da preoccuparsi, il sistema sta cambiando telecamera oppure la stazione sta attraversando la zona notturna. Vedere la terra così, catturarne il movimento, scorgere il profilo blu del pianeta e poi l’universo buio che lo circonda, e qualche volta intravedere le stelle, vedersi da fuori in questo modo è un esperienza che ti può cambiare, perché sposta il nostro punto di vista ed ampia la coscienza di noi nel cosmo. Per finire in bellezza, spesso l’inquadratura si sposta (ci sono 4 telecamere), e questo stravolge la percezione che di norma si ha sulla superficie terrestre, dove il terreno sotto di noi appare immobile, oppure di quello che si riconosce come sopra e sotto, nord e sud. Insomma, se volete guardare tutto da un altro punto di vista googlate “iss hdev”, il primo link vi regalerà sensazioni inesplorate.

Informativa per Alberghi ed Hotel

La normativa del settore tecnico di prevenzione incendi per le strutture turistico-alberghiere è in continua e veloce evoluzione, ridefinendo in maniera molto precisa i tempi da rispettare e le regole da seguire per il loro adeguamento nell’iter di richiesta di autorizzazione dei Vigili del Fuoco, incluse le responsabilità attribuite nei casi di inadempienza. Di seguito una breve lista degli ultimi aggiornamenti normativi:
– DM 09/04/1994 – Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l’esercizio delle attività ricettive turistico-alberghiere
– DM 06/10/2003 – Aggiornamento delle disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico-alberghiere esistenti di cui al DM 09/04/1994
– DPR 151/2011 – Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi
– DM 16/03/2012 – Piano straordinario biennale concernente l’adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi delle strutture turistico-alberghiere
– DM 03/03/2014 – Modifica del DM 09/04/1994 di prevenzione incendi
– DM 14/07/2015 – Disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico – alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50
Proprio recentemente, il 18/11/2015, sono entrate in vigore le nuove norme definite dal “Testo Unico” sulla prevenzione incendi, il che fornisce una ragione ulteriore per verificare lo stato delle pratiche ai Vigili del Fuoco, l’aderenza alle regole recentemente emanate, nonché il funzionamento e l’efficienza degli impianti antincendio. In questo senso noi ci impegniamo a garantire senza costi il sopralluogo e la verifica.
Da ultimo, ci preme attirare la Vostra attenzione sul fatto che per gli alberghi, nel caso fossero necessari interventi di adeguamento, è previsto (DM 07/05/2015) il credito d’imposta del 30%, fino a 200.000 €, per le spese sostenute nel biennio 2014-2016.

I buchi neri

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Aprile 2016 (Anno XIII – Numero 4), intitolato “I buchi neri”.

In natura conosciamo 4 forze: la nucleare forte, la debole, le interazioni di Coulomb e di Newton. Mentre la forza elettrostatica è contraddistinta da cariche opposte che si neutralizzano a vicenda, la gravità è l’unica energia che non si annulla mai, al contrario si somma sempre, proprio per questo è importante. Infatti esplica sempre la sua influenza, le masse non si stancano mai di attrarsi, e questo fa crescere i corpi celesti e plasma le masse stellari, insomma è il “motore dell’universo” e lo “scultore della materia”.

Come è possibile che la gravità si propaghi nel vuoto? Qui si inserisce il concetto di campo gravitazionale: una massa, così come una carica elettrica, crea intorno a se un campo di influenza. Da qui derivano le leggi della meccanica newtoniana, ma allora perché c’è bisogno di Einstein? Le leggi di Newton interpretano perfettamente gli eventi a bassa velocità, ma vicino la velocità della luce serve la relatività generale, secondo cui la gravità è una manifestazione della curvatura dello spazio-tempo. Einstein dice che l’enorme massa del sole curva lo spazio intorno a se, così come farebbe una biglia di piombo adagiata su un cuscino, questa deformazione dello spazio-tempo forza gli altri corpi a muoversi intorno al sole come fossero in un imbuto. Quindi i corpi nello spazio non si muovono su linee rette, ma su orbite geodetiche (curve).

La presenza di una massa curva lo spazio, ma la luce viaggia nello spazio, e quindi anche questa segue linee curve. Durante un eclissi solare, Eddington dimostra che la posizione delle stelle nel cielo è diversa: le stelle risultano più lontane proprio perché la loro luce passando vicino al sole ha deviato leggermente. Anche il tempo varia, non scorre allo stesso modo in punti diversi del campo gravitazionale, più ci si allontana dal campo più il tempo scorre veloce, infatti la materia crea una deformazione di tutta la trama spazio-tempo. Ad esempio, per fornirci le giuste coordinate gps i satelliti considerano già questo fattore, infatti per loro il tempo non scorre come fossero posizionati sulla terra, e servono le correzioni previste dalla teoria della relatività generale di Einstein.
Se si lancia un oggetto nel cielo ad una velocità maggiore della velocità di fuga (11 km/s per la terra), questo vince la forza di gravità e si allontana dal pianeta. Ora si immagini un luogo nel quale la velocità di fuga è superiore alla velocità della luce, da quella zona nulla può più sfuggire: si tratta di un buco nero! Esiste davvero? Dopo la recente rilevazione delle onde gravitazionali abbiamo la prova che è reale. Si pensi che per diventare un buco nero la massa della terra dovrebbe essere concentrata in una biglia di un centimetro (raggio di Schwarzschild).

Il big bang ha prodotto solo delle particelle elementari, come idrogeno ed elio, tutti gli altri elementi sono stati costruiti dal lavoro instancabile delle stelle, che sono delle proprie e vere fucine, infatti l’elevata pressione dell’attrazione gravitazionale avvia fusioni termonucleari, le quali irradiano enormi quantità d’energia che equilibra la forza di gravità. Quando però il combustibile finisce, la radiazione termica non riesce più a bilanciare la forza di gravità, la massa stellare collassa all’interno, rimbalza sul pesante nucleo ferroso e disperde tutti i composti prodotti nell’universo attorno, compreso il carbonio dal quale è nata la vita sulla terra. Allora possiamo dire di essere polvere di stelle e figli delle stelle. Durante il collasso del corpo celeste, se la massa entra nel raggio di Schwarzschild, la natura può riuscire a formare un buco nero, dal quale nulla può più uscire. In questi casi il raggio di curvatura dello spazio-tempo di Einstein produce un pozzo senza fondo, un imbuto infinito, ossia una singolarità, una zona di cui non abbiamo ancora compreso le leggi fisiche. Se un astronave gira intorno ad un buco nero, mentre sulla terra possono essere trascorsi pochi mesi, per gli astronauti potrebbero essere passati centinaia di anni, poiché vicino ad un forte campo gravitazionale il tempo rallenta enormemente. Lo spazio-tempo è assimilabile ad un mezzo in cui si trasmettono le onde, e le increspature di uno specchio d’acqua sono assimilabili alle perturbazioni dello spazio-tempo create dal movimento della materia.

Ogni volta che è stata aperta una nuova finestra abbiamo trovato grandi sorprese, come Galileo con il telescopio ha scoperto le lune di Giove, con i raggi cosmici si sono scovati i muoni, con le onde radio le pulsar, con i raggi X le stelle binarie, con i raggi gamma le esplosioni GRB, ed ora con l’interferometro laser abbiamo rilevato le onde gravitazionali: il bello è appena iniziato!

Nuovo modello per piccoli impianti fotovoltaici

Decorsi 180 dell’entrata in vigore del DM 19/05/2015, e quindi dal 24/11/2015, sarà utilizzato il nuovo modello unico per la realizzazione, la connessione e la messa in esercizio degli impianti aventi le seguenti caratteristiche:
– essere realizzati presso clienti finali già dotati di punti di prelievo attivi in bassa tensione;
– avere potenza nominale non superiore a 20 kW;
– avere potenza non superiore a quella già disponibile in prelievo;
– essere tra quelli per i quali sia contestualmente richiesto l’accesso al regime di scambio sul posto;
– essere realizzati sui tetti degli edifici con le modalità previste dall’articolo 7-bis comma 5 del D.Lgs 28/2011;
– non essere in presenza di ulteriori impianti di produzione sullo stesso punto di prelievo;
– essere aderenti o integrati, ossia l’installazione non è subordinata all’acquisizione di atti amministrativi di assenso, inclusa l’autorizzazione paesaggistica.

Come si compila?
Il modello unico è composto di 2 parti. La trasmissione è solo per via informatica.
Prima dell’inizio dei lavori, il soggetto richiedente trasmette al gestore di rete i dati indicati nella parte I del modello unico.
Dopo la fine dei lavori, il soggetto richiedente invia al gestore di rete i dati indicati nella parte II del modello unico.
Nella parte I del modello, da inviare prima dell’inizio dei lavori, sono richiesti i seguenti elementi:
– dati anagrafici del richiedente e titolarità del diritto;
– data di inizio dei lavori, caratteristiche tecniche dell’impianto e dati catastali dell’immobile interessato;
– dati per procedere all’addebito dei costi di connessione (IBAN, carta di credito, addebito in bolletta).
Al modello unico trasmesso al gestore devono essere allegati anche questi documenti:
– schema elettrico unifilare dell’impianto;
– scansione di un documento d’identità;
– eventuale delega alla presentazione della domanda.
Nella parte II del modello, da inviare ad intervento concluso, vanno indicati:
– la data di ultimazione dei lavori;
– la dichiarazione di corretta esecuzione dei lavori;
– la conformità dell’impianto;
– la conoscenza del contratto e del regolamento di esercizio.

L’universo ci parla

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Marzo 2016 (Anno XIII – Numero 3), intitolato “L’universo ci parla”.

Non si tratta di una nuova filosofia newage, ma della rivoluzione scientifica che stiamo vivendo in questo momento grazie alle rilevazioni delle onde gravitazionali effettuate da LIGO il 14/09/2015.

Cosa sono le onde gravitazionali?
Proprio 100 anni fa il genio di Einstein stravolse le leggi newtoniane con la teoria della relatività, che incorporando la forza di gravità ci spiega come la materia riesce a curvare lo spazio-tempo intorno a lei. Le onde gravitazionali sono deformazioni della trama dello spazio-tempo. Al passaggio di queste onde le distanze spaziali si contraggono ed espandono aritmicamente. Tali onde possono essere generate da fenomeni cosmici in cui una enorme massa asimmetrica si muove velocemente, oppure dall’esplosione di supernove o dalla collisione di oggetti massivi come i buchi neri. Una volta create queste viaggiano alla velocità della luce percorrendo distanze incredibili, poiché non sono rallentate dalla materia che incontrano.

Cosa è LIGO?
LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) è un osservatorio ideato per il rilevamento delle onde gravitazionali. Il progetto è stato fondato con l’apporto congiunto tra scienziati del California Institute of Technology (Caltech) e del Massachusetts Institute of Technology (MIT), e sponsorizzato dalla National Science Foundation (NSF). Un sogno ambizioso, uno sforzo epico, un costo elevatissimo (365 milioni di dollari), che però dopo 25 anni di duro lavoro, l’impegno di migliaia di studiosi, la collaborazione di 16 nazioni, contro ogni previsione (Einstein stesso disse che non era possibile) è stato raggiunto questo monumentale traguardo, paragonabile al momento in cui Galileo puntò il telescopio verso il cielo e studiò le stelle 400 anni fa.

Cosa è successo?
Il 14/09/2015 i due interferometri di LIGO (Livingston ed Hanford) hanno misurato le distorsioni nella trama dello spazio-tempo, cioè le onde gravitazionali arrivate sulla terra e prodotte da un incredibile evento, denominato GW150914, accaduto in un punto dell’universo distante 1,3 miliardi di anni luce dalla terra. Le onde sono state generate dalla fusione di due piccoli buchi neri, ognuno 30 volte più grande del sole, che hanno piroettato tra loro a metà della velocità della luce, fondendosi infine in un buco nero più grande (solo 150 km di diametro), mentre 3 intere masse solari di materia si sono trasformate in energia creando l’onda gravitazionale. Questa ha viaggiato per 1.300 milioni di anni (quando sulla terra la vita cellulare era appena agli albori) lungo tutto l’universo, giungendo fino a noi che siamo riusciti a misurare questa impercettibile variazione dello spazio-tempo, durata appena 0,45 secondi, deformando lo spazio di appena 10-21 metri (come accorgersi quando la stella più vicina a noi si sposti di un millimetro!).

Come funziona l’interferometro?
L’interferometro consiste in 2 bracci perpendicolari lunghi 4 km, mantenuti sottovuoto, un generatore laser, un vetro che spezza il raggio inviandolo ai due bracci, e gli specchi che lo riflettono indietro verso un rilevatore. Nelle normali condizioni i fasci luminosi si annullano, ma quando un onda gravitazionale attraversa la terra, questa allunga ed accorcia alternativamente i due bracci, ed i raggi laser percorrendo distanze differenti producono uno sfasamento luminoso che raggiunge il rilevatore.

Conclusioni
Le rilevazioni confermano l’esistenza delle onde gravitazionali, quella dei buchi neri e la possibilità che questi possano scontrarsi. Questo stravolge le nostre conoscenze ed apre scenari completamente nuovi. Dobbiamo essere ancora più orgogliosi perché un ruolo di primo piano è stato svolto dai nostri scienziati di Virgo, un identico osservatorio situtato a Cascina (PI) che diventerà operativo a fine 2016. Quello che scopriremo in futuro è inimmaginabile. L’universo ci parla, ed ora possiamo ascoltarlo in un modo che prima era impensabile!

Gazebo sul terrazzo

I Gazebo e gli arredi possono essere posizionati sui terrazzi senza dover chiedere alcuna autorizzazione, lo precisa la sentenza 177/2015 del Consiglio di Stato. Questo è invece vietato per il lastrico solare, non adatto ad ospitare persone in sicurezza
Infatti, per poter essere utilizzato dalle persone come spazio aperto per il tempo libero, la copertura deve essere classificata come terrazzo e non come lastrico solare.

Qual è la differenza tra lastrico solare e terrazzo?
Se dagli elementi architettonici, strutturali e progettuali, come ad esempio la presenza di parapetti, dalle caratteristiche costruttive e dalla capacità portante si desume che la superficie è idonea al sostegno e alla sosta delle persone, allora si è in presenza di un terrazzo.
Ad esempio la capacità portante deve essere 400-500 Kg/mq, corrispondente ad un affollamento consistente, ed inoltre devono essere presenti parapetti solidi.
Da sottolineare che la destinazione d’uso e la regolarità urbanistico-edilizia non si possono desumere dalle planimetrie catastali, utili solo ad una classificazione di ordine tributario.