Giunone conquista Giove

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Luglio 2016 (Anno XIII – Numero 7) intitolato “Giunone conquista Giove”.

Nel cammino abituale di ognuno di noi, per districarsi con le difficoltà quotidiane, si possono perdere quegli eventi eccezionali che ravvivano la nostra speranza, nei quali la strada percorsa dall’intera specie umana brilla intensa ed infiamma l’immaginazione dei singoli individui, che allora si sentono parte di un progetto più grande di loro. Questa è la missione “Juno”!

Cos’è Juno?
Il 4 luglio 2016 la navicella spaziale Juno (Giunone), dopo un lungo viaggio durato ben 59 mesi, è arrivata vicino a Giove e si è inserita con successo in un orbita ellittica intorno ai suoi poli, con una delicatissima manovra di avvicinamento durata ben 35 minuti nei quali ha bruciato 800 kg di combustibile. L’obiettivo di Juno è quello di studiare Giove oltre la sua densa coltre nuvolosa, per conoscere il pianeta e comprendere l’evoluzione di questo enorme gigante gassoso (contiene più di due volte la quantità di materia presente in tutto il sistema solare, escluso il sole), aiutandoci a capire la storia della formazione delle stelle. Alla missione fu dato il nome Juno, cioè Giunone – la moglie del dio Giove – proprio perché essa poteva vedere attraverso le nubi in cui si celava Giove.

Il veicolo spaziale
La navicella ha un diametro di 3,5 metri, ma nella massima estensione dei suoi 60 mq di pannelli solari è grande come un intero campo da basket e pesa 3.600 kg (di cui 1.300 kg di combustibile). E’ stata lanciata dalla Terra il 5 agosto 2011 alle 9:25, momento in cui la distanza Terra-Giove era 716 milioni di km, mentre ora è pari a 870 milioni di km. Per arrivare su Giove è stato necessario realizzare una fionda gravitazionale: ciò significa che il veicolo spaziale è stato lanciato dalla Terra nel 2011, ha oltrepassato l’orbita di Marte per poi sfiorare (500 km) nuovamente la Terra nel 2013, in modo da sfruttare la massa terrestre che gli ha permesso di raggiungere la velocità indispensabile per arrivare fino a Giove. Qui effettuerà 37 giri intorno al gigante gassoso (uno ogni 14 giorni) che avranno termine il 20/02/2018 quando il veicolo si schianterà sul pianeta, a quel punto la navicella avrà percorso addirittura 3.400 milioni di km, toccando la strabiliante velocità di 265.000 km/h (74 km/s – uno dei più veloci oggetti costruiti dall’uomo).

Strumenti di Juno
Il velivolo è il primo alimentato interamente da pannelli solari fotovoltaici, che forniranno tutta l’energia necessaria, benché i raggi solari che raggiungono Giove abbiano solo il 3% della forza di quelli sulla Terra. A bordo ci sono nove strumenti utili per svelare i misteri nascosti oltre le folte nubi, di cui sei dedicati allo studio della magnetosfera, del plasma e delle aurore, tra cui lo spettrometro ad infrarossi, il radiometro a microonde ed il mappatore del campo gravitazionale.

Il pianeta Giove
Giove è un enorme gigante gassoso, 11 volte più largo della Terra e 300 volte più pesante. Esso impiega 12 anni per orbitare intorno al sole, ma solo 10 ore per ruotare su se stesso. Possiede 4 grandi lune (Io, Europa, Ganimede, Callisto) e 60 più piccole. Fu proprio il grande Galileo Galilei che nel 1610 fece la monumentale scoperta delle 4 lune di Giove e della loro orbita intorno a quel pianeta, infrangendo così la visione geocentrica dell’universo (per cui tutto ruotava intorno alla Terra). La sua composizione assomiglia molto a quella di una stella, principalmente idrogeno ed elio. Al suo interno la pressione e la temperatura crescono rapidamente, comprimendo l’idrogeno gas in liquido che diventa conduttivo come un metallo e genera un forte campo magnetico (magnetosfera), 20.000 volte più potente di quello della Terra.
La navicella Juno è andata lontanissimo, in luoghi dove il singolo individuo scompare! Rimangono solo i 200.000 anni di storia della specie umana, e la sua curiosità che la spinge continuamente avanti.

So’ italiano, ma …

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Giugno 2016 (Anno XIII – Numero 6).

Il Centro Sociale Anziani di Castel Madama, in collaborazione con la compagnia “Quelli che .. continuano”, dopo il successo dell’ultima rappresentazione teatrale “‘N-giruvaghenno”, ci presentano una nuova e frizzante sceneggiatura intitolata “So’ italiano, ma …” che ci trasporta e ci fa viaggiare tra le regioni italiane, i vari dialetti, i proverbi ed i canti popolari della nostra bella Italia. In questa pittoresca gita ci accompagna la saggia Arcana, che ci guida e ci spiega le espressioni dialettali più complicate.
Divertente la storiella della povera Vendura, che rimasta vedova, cade prima negli imbrogli del “camposantaro”, per poi trovare consolazione nelle attenzioni dello stesso briccone. Sono molto piacevoli gli stornelli ciociari, così come l’episodio buffo della cartomante campana la quale raggira lo sprovveduto di turno, che però alla fine si rende conto dell’inganno e delle finte doti preveggenti della mascalzona. Non è da dimenticare il racconto di Don Mimì, un corteggiatore petulante che cerca di proporsi alla sua dirimpettaia di casa, una giovane donna con un marito molto più attempato, la quale però ha già un giovane amante che le da lezioni di chitarra durante le sieste pomeridiane dell’ignaro consorte, e che musiche!
L’aneddoto di San Martino e del vino, o i discorsi di Tonino ed Aurelia curiosa della notizia su Ottorino Petroni, che si è scoperto essere un travestito, ed il raccontino dello sbronzo Astemio Bevilacqua la cui moglie si impegna in generose relazioni pubbliche come cosiddetta consolatrice degli afflitti, ogni storiella intervallata con vivaci canti, come il popolare stornello: “Quel mazzolin di fiori che ‘l vien da la montagna”. Veramente spassosa anche la scenetta del povero marito che piange la sua adorata moglie Rolanda, per la quale voleva organizzare un imponente funerale con carrozza e cavalli bianchi, ma la visita inaspettata dei suoi numerosi amanti gli fanno cambiare idea, finché all’improvviso la moglie defunta non si alza dicendo che andrà da sola al cimitero.
I momenti più esilaranti dello spettacolo sono stati sicuramente gli stornelli allegri e le storielle divertenti, senza tralasciare i curiosi proverbi regionali e la riuscita chiusura finale con il canto dell’inno nazionale.
Insomma, il gruppo teatro del C.S.A., in cui si fa valere molto la “C” di Centro e la “S” di Sociale, e ben poco si riconosce la “A” di Anziano, ci ha regalato un’altra spiritosa ed istruttiva rappresentazione teatrale, ma soprattutto la dimostrazione che ogni età della vita ha i suoi tesori da donare e che “Un uomo non è vecchio finché è alla ricerca di qualcosa” (per dirla con un aforisma di Jean Rostand). Per questo sono da ringraziare tutti i componenti del recital: Antonietta Pietropaoli, Antonio Petrini, Benedetto Mancini, Francesca Livi, Giovanni Mancini, Margherita Proietti, Maria Domenica Ruggeri, Maria Onofri, Maria Sistina Censi, Mario Bussi, Mario Garofolo, Mario Moriconi, Piera Iannuccelli, Pina Salvatori, Renzo Possenti, Rosaria Nonni, e per finire il tecnico Michele Garofolo, la regia di Carlo Marazza e la presidente Rina Iori.

Googlando

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Maggio 2016 (Anno XIII – Numero 5), intitolato “Googlando”.

La tecnologia nasconde delle enormi potenzialità, positive o negative, ma tutto dipende da come la si usa, e negli ultimi 30 anni soprattutto internet ha stravolto il nostro modo di vivere e comunicare. Googlare, la nuova parola entrata da poco nel nostro dizionario, significa cercare con google, cioè fare una ricerca attraverso la rete telematica servendosi del motore di ricerca google, anche se è divenuto sinonimo generico di “cercare su internet”. Insomma, googlando nella rete qualche volta mi imbatto in siti molto interessanti. Oggi andiamo alla scoperta di alcuni di questi.

BBC.co.uk
La BBC ha promosso sin dal 1943 un servizio mobile di diffusione nel mondo dell’inglese, ora anche online con la sezione “Learning English”, dove è messa a disposizione un enorme quantità di materiale multimediale gratuito per l’apprendimento della lingua anglosassone, indirizzato sia ad insegnanti che a studenti. Sono a disposizione addirittura interi corsi d’inglese articolati su diversi livelli: per principianti (lower-intermediate), per intermedi (intermediate) e per esperti (upper-intermediate). Insomma, chi vuole imparare l’inglese può accedere a questo sito googlando “bbc learning english course”, il primo link è quello che cercate.

Hubblesite.org
Il telescopio spaziale Hubble è stato inviato in orbita (a 600 km di quota) nel 1990 con un progetto congiunto della NASA ed ESA (Agenzia Spaziale Europea), in modo da catturare immagini dello spazio e capire meglio i fenomeni celesti. Sono disponibili diverse collezioni delle fotografie scattate dall’Hubble: il sistema solare, le stelle, le galassie, le nebulose, l’universo, oppure una raccolta selezionata delle più belle foto. Allora, per chi ha la testa tra le stelle basta googlare “hubble album”.

Link2universe.net
Accanto a questo sito è presente anche un canale youtube intitolato “Link4universe”, un portale dedicato alle notizie dell’astronomia, con l’obiettivo di creare un ponte tra il pubblico ed il mondo della ricerca scientifica, e diffondere le scoperte più recenti con un linguaggio semplice ed alla portata di tutti. Allo stesso tempo i creatori del sito si propongono come punto di riferimento anche a chi lavora nel mondo della fisica e dell’astronomia, con la pubblicazione dei più recenti articoli della comunità scientifica. In definitiva, se dopo aver ammirato le stelle con Hubble siete curiosi di capire come funziona l’universo basta visitare questo sito o il suo seguitissimo (57.000 iscritti) canale youtube.

ISS Hdev
La stazione spaziale internazionale (ISS) dedicata alla ricerca scientifica si trova nell’orbita terrestre bassa (a 400 km di quota), è un progetto congiunto di diverse agenzie spaziali ed è abitata in modo continuativo dall’anno 2000: anche la nostra Samantha Cristoforetti è stata lì ed è tornata da poco. A bordo dell’ISS è stato avviato l’esperimento HDEV (High Definition Earth Viewing) tramite il montaggio sul modulo “Columbus” di diverse videocamere puntate verso la terra, che mostrano in diretta (live) il nostro pianeta ossia la nostra casa. La terra, vista così, genera un effetto incredibile: i colori sono spettacolari, si riesce a scorgere la curvatura dell’orizzonte, la si vede ruotare, anche abbastanza velocemente, poiché la stazione compie ogni giorno quasi 16 giri intorno al pianeta. Qualche volta l’immagine è assente, ma non c’è da preoccuparsi, il sistema sta cambiando telecamera oppure la stazione sta attraversando la zona notturna. Vedere la terra così, catturarne il movimento, scorgere il profilo blu del pianeta e poi l’universo buio che lo circonda, e qualche volta intravedere le stelle, vedersi da fuori in questo modo è un esperienza che ti può cambiare, perché sposta il nostro punto di vista ed ampia la coscienza di noi nel cosmo. Per finire in bellezza, spesso l’inquadratura si sposta (ci sono 4 telecamere), e questo stravolge la percezione che di norma si ha sulla superficie terrestre, dove il terreno sotto di noi appare immobile, oppure di quello che si riconosce come sopra e sotto, nord e sud. Insomma, se volete guardare tutto da un altro punto di vista googlate “iss hdev”, il primo link vi regalerà sensazioni inesplorate.

I buchi neri

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Aprile 2016 (Anno XIII – Numero 4), intitolato “I buchi neri”.

In natura conosciamo 4 forze: la nucleare forte, la debole, le interazioni di Coulomb e di Newton. Mentre la forza elettrostatica è contraddistinta da cariche opposte che si neutralizzano a vicenda, la gravità è l’unica energia che non si annulla mai, al contrario si somma sempre, proprio per questo è importante. Infatti esplica sempre la sua influenza, le masse non si stancano mai di attrarsi, e questo fa crescere i corpi celesti e plasma le masse stellari, insomma è il “motore dell’universo” e lo “scultore della materia”.

Come è possibile che la gravità si propaghi nel vuoto? Qui si inserisce il concetto di campo gravitazionale: una massa, così come una carica elettrica, crea intorno a se un campo di influenza. Da qui derivano le leggi della meccanica newtoniana, ma allora perché c’è bisogno di Einstein? Le leggi di Newton interpretano perfettamente gli eventi a bassa velocità, ma vicino la velocità della luce serve la relatività generale, secondo cui la gravità è una manifestazione della curvatura dello spazio-tempo. Einstein dice che l’enorme massa del sole curva lo spazio intorno a se, così come farebbe una biglia di piombo adagiata su un cuscino, questa deformazione dello spazio-tempo forza gli altri corpi a muoversi intorno al sole come fossero in un imbuto. Quindi i corpi nello spazio non si muovono su linee rette, ma su orbite geodetiche (curve).

La presenza di una massa curva lo spazio, ma la luce viaggia nello spazio, e quindi anche questa segue linee curve. Durante un eclissi solare, Eddington dimostra che la posizione delle stelle nel cielo è diversa: le stelle risultano più lontane proprio perché la loro luce passando vicino al sole ha deviato leggermente. Anche il tempo varia, non scorre allo stesso modo in punti diversi del campo gravitazionale, più ci si allontana dal campo più il tempo scorre veloce, infatti la materia crea una deformazione di tutta la trama spazio-tempo. Ad esempio, per fornirci le giuste coordinate gps i satelliti considerano già questo fattore, infatti per loro il tempo non scorre come fossero posizionati sulla terra, e servono le correzioni previste dalla teoria della relatività generale di Einstein.
Se si lancia un oggetto nel cielo ad una velocità maggiore della velocità di fuga (11 km/s per la terra), questo vince la forza di gravità e si allontana dal pianeta. Ora si immagini un luogo nel quale la velocità di fuga è superiore alla velocità della luce, da quella zona nulla può più sfuggire: si tratta di un buco nero! Esiste davvero? Dopo la recente rilevazione delle onde gravitazionali abbiamo la prova che è reale. Si pensi che per diventare un buco nero la massa della terra dovrebbe essere concentrata in una biglia di un centimetro (raggio di Schwarzschild).

Il big bang ha prodotto solo delle particelle elementari, come idrogeno ed elio, tutti gli altri elementi sono stati costruiti dal lavoro instancabile delle stelle, che sono delle proprie e vere fucine, infatti l’elevata pressione dell’attrazione gravitazionale avvia fusioni termonucleari, le quali irradiano enormi quantità d’energia che equilibra la forza di gravità. Quando però il combustibile finisce, la radiazione termica non riesce più a bilanciare la forza di gravità, la massa stellare collassa all’interno, rimbalza sul pesante nucleo ferroso e disperde tutti i composti prodotti nell’universo attorno, compreso il carbonio dal quale è nata la vita sulla terra. Allora possiamo dire di essere polvere di stelle e figli delle stelle. Durante il collasso del corpo celeste, se la massa entra nel raggio di Schwarzschild, la natura può riuscire a formare un buco nero, dal quale nulla può più uscire. In questi casi il raggio di curvatura dello spazio-tempo di Einstein produce un pozzo senza fondo, un imbuto infinito, ossia una singolarità, una zona di cui non abbiamo ancora compreso le leggi fisiche. Se un astronave gira intorno ad un buco nero, mentre sulla terra possono essere trascorsi pochi mesi, per gli astronauti potrebbero essere passati centinaia di anni, poiché vicino ad un forte campo gravitazionale il tempo rallenta enormemente. Lo spazio-tempo è assimilabile ad un mezzo in cui si trasmettono le onde, e le increspature di uno specchio d’acqua sono assimilabili alle perturbazioni dello spazio-tempo create dal movimento della materia.

Ogni volta che è stata aperta una nuova finestra abbiamo trovato grandi sorprese, come Galileo con il telescopio ha scoperto le lune di Giove, con i raggi cosmici si sono scovati i muoni, con le onde radio le pulsar, con i raggi X le stelle binarie, con i raggi gamma le esplosioni GRB, ed ora con l’interferometro laser abbiamo rilevato le onde gravitazionali: il bello è appena iniziato!

L’universo ci parla

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Marzo 2016 (Anno XIII – Numero 3), intitolato “L’universo ci parla”.

Non si tratta di una nuova filosofia newage, ma della rivoluzione scientifica che stiamo vivendo in questo momento grazie alle rilevazioni delle onde gravitazionali effettuate da LIGO il 14/09/2015.

Cosa sono le onde gravitazionali?
Proprio 100 anni fa il genio di Einstein stravolse le leggi newtoniane con la teoria della relatività, che incorporando la forza di gravità ci spiega come la materia riesce a curvare lo spazio-tempo intorno a lei. Le onde gravitazionali sono deformazioni della trama dello spazio-tempo. Al passaggio di queste onde le distanze spaziali si contraggono ed espandono aritmicamente. Tali onde possono essere generate da fenomeni cosmici in cui una enorme massa asimmetrica si muove velocemente, oppure dall’esplosione di supernove o dalla collisione di oggetti massivi come i buchi neri. Una volta create queste viaggiano alla velocità della luce percorrendo distanze incredibili, poiché non sono rallentate dalla materia che incontrano.

Cosa è LIGO?
LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) è un osservatorio ideato per il rilevamento delle onde gravitazionali. Il progetto è stato fondato con l’apporto congiunto tra scienziati del California Institute of Technology (Caltech) e del Massachusetts Institute of Technology (MIT), e sponsorizzato dalla National Science Foundation (NSF). Un sogno ambizioso, uno sforzo epico, un costo elevatissimo (365 milioni di dollari), che però dopo 25 anni di duro lavoro, l’impegno di migliaia di studiosi, la collaborazione di 16 nazioni, contro ogni previsione (Einstein stesso disse che non era possibile) è stato raggiunto questo monumentale traguardo, paragonabile al momento in cui Galileo puntò il telescopio verso il cielo e studiò le stelle 400 anni fa.

Cosa è successo?
Il 14/09/2015 i due interferometri di LIGO (Livingston ed Hanford) hanno misurato le distorsioni nella trama dello spazio-tempo, cioè le onde gravitazionali arrivate sulla terra e prodotte da un incredibile evento, denominato GW150914, accaduto in un punto dell’universo distante 1,3 miliardi di anni luce dalla terra. Le onde sono state generate dalla fusione di due piccoli buchi neri, ognuno 30 volte più grande del sole, che hanno piroettato tra loro a metà della velocità della luce, fondendosi infine in un buco nero più grande (solo 150 km di diametro), mentre 3 intere masse solari di materia si sono trasformate in energia creando l’onda gravitazionale. Questa ha viaggiato per 1.300 milioni di anni (quando sulla terra la vita cellulare era appena agli albori) lungo tutto l’universo, giungendo fino a noi che siamo riusciti a misurare questa impercettibile variazione dello spazio-tempo, durata appena 0,45 secondi, deformando lo spazio di appena 10-21 metri (come accorgersi quando la stella più vicina a noi si sposti di un millimetro!).

Come funziona l’interferometro?
L’interferometro consiste in 2 bracci perpendicolari lunghi 4 km, mantenuti sottovuoto, un generatore laser, un vetro che spezza il raggio inviandolo ai due bracci, e gli specchi che lo riflettono indietro verso un rilevatore. Nelle normali condizioni i fasci luminosi si annullano, ma quando un onda gravitazionale attraversa la terra, questa allunga ed accorcia alternativamente i due bracci, ed i raggi laser percorrendo distanze differenti producono uno sfasamento luminoso che raggiunge il rilevatore.

Conclusioni
Le rilevazioni confermano l’esistenza delle onde gravitazionali, quella dei buchi neri e la possibilità che questi possano scontrarsi. Questo stravolge le nostre conoscenze ed apre scenari completamente nuovi. Dobbiamo essere ancora più orgogliosi perché un ruolo di primo piano è stato svolto dai nostri scienziati di Virgo, un identico osservatorio situtato a Cascina (PI) che diventerà operativo a fine 2016. Quello che scopriremo in futuro è inimmaginabile. L’universo ci parla, ed ora possiamo ascoltarlo in un modo che prima era impensabile!

Prorogate le detrazioni al 65%

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Febbraio 2016 (Anno XIII – Numero 2), intitolato “Prorogate le detrazioni al 65%”.

L’ultima legge di stabilità ha prorogato le detrazioni fiscali per tutto il 2016, per la riqualificazione energetica dell’immobile, la sua ristrutturazione edilizia e per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Basta solo scegliere cosa rinnovare quest’anno nella propria casa! Vediamo in dettaglio le novità.

Rinnovo detrazioni al 65%
Le detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica e di adeguamento antisismico degli edifici sono state prorogate fino al 31/12/2016. Riepiloghiamo quali sono le spese detraibili:
– isolamento termico dell’edificio;
– sostituzione infissi e persiane;
– sostituzione di impianti di climatizzazione invernale;
– installazione di pannelli solari termici;
– lavori di adeguamento antisismico degli edifici.
La detrazione è estesa anche all’acquisto, installazione e messa in opera degli impianti domotici. Addirittura, per i lavori sulle parti comuni degli edifici, i condomini potranno cedere la loro quota di detrazione alle stesse imprese esecutrici, le cui modalità saranno definite con un successivo provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. Le detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica sono usufruibili anche dagli IACP, Istituti Autonomi Case Popolari, comunque denominati, per gli interventi realizzati su immobili di loro proprietà adibiti ad edilizia residenziale pubblica.

Proroga incentivi al 50%
La legge di stabilità 2016 ha prorogato fino al 31/12/2016 la detrazione fiscale del 50% sugli interventi di ristrutturazione edilizia. Resta il tetto massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna immobile e il rimborso in 10 rate annuali. Sono detraibili le spese per lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, lavori di ristrutturazione edilizia, eliminazione delle barriere architettoniche, acquisto e costruzione di box e posti auto pertinenziali, installazione di dispositivi anti-intrusione, riduzione dell’inquinamento acustico, acquisto e installazione di impianti fotovoltaici, messa in sicurezza dal punto di vista sismico, bonifica dall’amianto, installazione di sistemi anti-infortunio.
I pagamenti vanno effettuati con bonifico bancario o postale. Nella causale bisogna indicare la norma che prevede la detrazione fiscale (DPR 917/1986), il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita Iva dell’ditta che realizza i lavori. Nella dichiarazione dei redditi bisogna indicare i dati catastali identificativi dell’immobile.

Nuovo Bonus mobili
La legge di stabilità 2016 ha prorogato fino al 31/12/2016 anche il Bonus Mobili, cioè la detrazione del 50% sulle spese per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici ad alta efficienza energetica destinati ad arredare un’abitazione sottoposta a ristrutturazione, per una spesa massima di 10.000 euro suddividibile in 10 anni.
Inoltre, alle giovani coppie che acquistano la prima casa sarà riconosciuta una detrazione del 50% delle spese sostenute, dal 01/01/2016 al 31/12/2016, per l’acquisto di mobili per un ammontare complessivo fino a 16.000 euro. Per richiedere la detrazione non sarà necessario ristrutturare, ma almeno un componente della coppia dovrà avere meno di 35 anni. Non ci sarà distinzione tra coniugi e coppie di fatto.
Per maggiori informazioni potete consultare sul sito web del giornale www.lapiazzacastelmadama.com i miei articoli nei numeri di maggio 2013, giugno 2013 e dicembre 2013!

Oliolive: dove è l’olio?

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Gennaio 2016 (Anno XIII – Numero 1) intitolato “Oliolive: dove è l’olio?”.

La festa di Oliolive nasce per promuovere le eccellenze locali di Castel Madama: l’olio e le olive. Purtroppo quest’anno non ha avuto molto successo, e non è la prima volta! Organizzare un evento non è assolutamente facile, ma in questo caso il flop era già annunciato: nessuna impresa di olive ha partecipato direttamente ed è intervenuto un solo produttore di olio.
Grande è stata la delusione dei pochi visitatori, venuti proprio per acquistare questi prodotti, nel constatare che non erano in vendita. Perché? Ho sentito i diretti interessati (le aziende per la lavorazione delle olive, i produttori d’olio, il pubblico) e riporto qui sotto alcune delle opinioni raccolte sulla festa di Oliolive:
– il periodo scelto non è adatto;
– negli stand fa molto freddo;
– 3 giorni di festa sono troppi;
– non aiuta a promuovere le olive;
– non serve a vendere l’olio;
– non c’è ritorno economico;
– è una perdita di tempo;
– sembra il mercato del martedì;
– assomiglia ad una sagra;
– è inutile e non ha senso.
Criticare è sempre un compito facile, ma in questo caso il giudizio sulla festa di Oliolive è tanto duro quanto realistico. La manifestazione non è più sostenuta dalle stesse aziende di settore, e via via si è trasformata in un piccolo mercatino, dove però paradossalmente non è stato possibile acquistare né olio né olive, ed alla fine non ha accontentato nessuno. Nei chioschi all’aperto ha fatto effettivamente molto freddo, non c’è stata una grande partecipazione di pubblico, non si è riusciti a supportare la vendita dei prodotti, né a venire incontro agli interessi degli espositori, né tantomeno ai desideri dei visitatori.
Nella prima edizione della festa, il “format” individuato ha avuto un ampio consenso, nonostante l’inesperienza degli organizzatori e la fretta nell’allestimento. Infatti erano in mostra tutti gli attrezzi per la raccolta delle olive (teli, rastrelli, abbacchiatori elettrici, compressori), un piccolo frantoio per la macinazione, le aziende di olive con i loro prodotti e diversi produttori di olio: l’evento era fortemente tematico, anche se mancava il ritorno economico e si faceva sentire il freddo pungente.
Naturalmente è ingenuo pensare che per le grandi aziende di lavorazione delle olive, le quali oramai si muovono in un contesto consolidato, nazionale ed internazionale, la festa di Oliolive possa rappresentare un qualche interesse commerciale per le loro vendite. Mentre è più ragionevole immaginare che i piccoli produttori si aggreghino insieme per la vendita dell’olio, magari con la formazione di una cooperativa agricola. A questo punto la festa Oliolive sarebbe un momento d’incontro tra la domanda e l’offerta d’olio, un interesse economico per gli espositori ed un occasione per gli acquirenti in cerca dell’olio d’oliva locale. Ma Castel Madama ha una tale produzione d’olio, oppure questa è appena sufficiente a sopperire le esigenze della domanda interna? Ciò è da verificare!
Qui non si vuole bocciare completamente la manifestazione, ma sono sicuramente necessari dei cambiamenti. Visto che per le aziende d’olive la festa è inutile, che i produttori d’olio sono poco presenti e non organizzati, e che la quantità dell’olio prodotto forse non basta per generare un bussiness conveniente, si potrebbe anche considerare un titolo diverso per l’evento (la festa dell’inverno?). Il rischio è di finire come con la sagra della pera spadona, sicuramente in auge ai suoi tempi, ma ormai anacronistica e superata!

Un pesce maschio per amico

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Dicembre 2015 (Anno XII – Numero 11) intitolato “Un pesce maschio per amico”.

Innanzitutto grazie a tutti i componenti della compagnia teatrale. Un sentito ringraziamento da parte mia, e sono sicuro da tutti quelli che hanno avuto il piacere di assistere al vostro ultimo spettacolo, per i gradevoli momenti che ci regalate ogni volta con le vostre divertenti commedie teatrali. E’ ammirevole l’impegno, la passione e la costanza che in questi anni avete infuso per portare sulla “piazza” di Castel Madama i vostri spettacoli teatrali. L’ultimo al quale ho assistito non è stato da meno, esilarante e coinvolgente, ma come ogni cosa ben fatta è il frutto di un percorso lungo ed un lavoro faticoso.
Prima di tutto c’è la vicenda che nasce da un fatto reale: un uomo bistrattato a lavoro dal capo donna e dalle colleghe. Dall’accaduto scaturisce un idea, vengono individuati gli attori più adatti per i vari ruoli, e poi si dipana la storia che è cucita intorno ad ogni protagonista in base alle sue caratteristiche e peculiarità; da qui scaturisce la sceneggiatura che conta più di 70 pagine, con l’obiettivo basilare di creare momenti di comicità ed allegria. Poi inizia la lettura del copione senza alcuna intonazione, per almeno 10 volte con tutti i protagonisti, mentre nel frattempo ogni attore rilegge il testo fino a memorizzarlo completamente; a conti fatti si legge la sceneggiatura almeno 50 volte!
Solo allora si procede ad inserire le movenze durante le prove, successivamente si aggiunge anche l’intonazione, e dopo lunghi ed impegnativi esercizi, scena dopo scena si assembla tutta la commedia. Il compito è arduo, può essere necessaria addirittura 1 ora intera di prove per ogni pagina di copione, senza considerare i tanti weekend trascorsi al teatro, le partite della propria squadra perse, i sabato sera occupati a recitare, e tutte le rinunce fatte per produrre una buona rappresentazione teatrale.
Questa forte passione nata come passatempo amatoriale, è andata perfezionandosi sempre di più, fino a diventare un vero esercizio di recitazione, con la realizzazione di scenografie assolutamente realistiche (le porte, il tavolo, le sedie, le poltrone, il quadro, l’ingresso, le pareti tinteggiate), un ottimo gioco di luci, quella penombra nella sala che aiuta lo spettatore ad immedesimarsi nella storia, la presenza del suggeritore di scena, l’assistente al sipario, le maschere di sala, un truccatore ed un parrucchiere che preparano gli attori, il tecnico delle luci e quello del suono. In tutto ci sono più di 20 persone, tra attori, attrici ed aiutanti, che lavorano in sintonia coordinate da una regia organizzata ed attenta. Il risultato lo abbiamo visto molto bene in tutte le rappresentazioni teatrali che il gruppo ha organizzato, e con questo articolo possiamo dire di aver imparato qualcosa anche sull’intenso lavoro che avviene prima dell’apertura del sipario.
Il gruppo di amici del teatro ci regala ogni volta un vero spaccato di vita quotidiana, con quel pizzico di comicità che diffonde allegria, una recitazione spontanea e naturale, una scenografia veramente realistica, uno spettacolo di grande armonia, il tutto avvolto in un palpabile amore per il teatro. Grazie tanto per tutto questo!

Temine per la contabilizzazione del calore

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Dicembre 2015 (Anno XII – Numero 11) intitolato “Temine per la contabilizzazione del calore”.

La scadenza per eseguire i lavori di contabilizzazione del calore negli impianti di riscaldamento condominiali esistenti si sta avvicinando velocemente, infatti il termine ultimo, dopo diverse proroghe, è il 31 dicembre 2016. Ho parlato della contabilizzazione del calore in un precedente articolo, ora vediamo quando l’obbligo entra in vigore per tutti gli edifici condominiali!

Normativa
L’iter legislativo, come spesso succede, è estremamente lungo ed articolato. Infatti parte da molto lontano, già la legge 10/1991 parlava di sistemi di regolazione e misurazione del calore prodotto dalle caldaie condominiali. La trafila di norme continua con il DPR 551/1999 che modifica il DPR 412/1993, poi continua con il DPR 59/2009 ed il DPR 74/2013, per terminare con il DLgs 102/2014, senza tenere conto delle leggi regionali quali la DCR 66/2009, la LR 9/2009, la LR 7/2014 e le diverse proroghe regionali della scadenza fissata inizialmente al 31/12/2011 per i Comuni di Roma e Frosinone, ed al 31/12/2014 per il restante territorio regionale. Infine vi sono le direttive 2002/91/CE e 2012/27/UE.

Qual è l’obbligo?
Il DLgs 102/2014 all’articolo 9 comma 5 lettera b, nei condomini con un impianto di riscaldamento centralizzato, sancisce l’obbligo di installare entro il 31/12/2016 i contatori individuali di piano per misurare l’effettivo consumo di calore per ciascuna unità immobiliare. Nei casi in cui non si possa usare un gruppo di misura per ogni appartamento (articolo 9 comma 5 lettera c), si ricorre all’installazione di sistemi di contabilizzazione del calore individuali (contacalorie) per misurare il consumo di calore su ogni radiatore posto all’interno delle unità immobiliari dell’edificio. A dire il vero, la regione Lazio ha posticipato la data di scadenza al 01/09/2017, ma continua a valere il termine nazionale del 31/12/2016, infatti il decreto legislativo è una legge di rango superiore e non prevede alcuna clausola di cedevolezza.

Deroghe
L’obbligo di installare i contatori individuali vale nella misura in cui sia tecnicamente possibile (distribuzione orizzontale a zona). Eventuali casi di impossibilità tecnica all’installazione dei suddetti sistemi di contabilizzazione devono essere riportati in un’apposita relazione tecnica del progettista. Allo stesso modo l’obbligo di montare i contacaolorie è valido salvo che l’installazione di tali sistemi risulti essere non efficiente in termini di costi. In tali casi sono presi in considerazione metodi alternativi efficienti in termini di costi per la misurazione del consumo di calore. La relazione tecnica di un tecnico abilitato deve dimostrare che l’installazione dei predetti sistemi non è efficiente in termini di costi.

Sanzioni
Il condominio che non provvede ad installare sistemi di termoregolazione e contabilizzazione individuali, per misurare il consumo di calore in corrispondenza di ciascun radiatore posto all’interno dell’unità immobiliare, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.500 euro.

Opinione tecnica
La contabilizzazione del calore nei nuovi edifici è semplice da realizzare e molto utile (riduzione consumi gas), mentre risulta spesso tecnicamente inutilizzabile per gli edifici esistenti (colonne verticali), inoltre resta il dubbio sull’effettiva convenienza economica del costo dei lavori rispetto alla reale riduzione dei consumi di energia.
L’impianto termico condominiale è sicuramente conveniente, molto meglio dell’autonomo, poiché risolve il problema del riscaldamento con una sola caldaia ed un unico impianto gas, una sola canna fumaria ed un unico locale tecnico. Tutto questo senza considerare che le caldaie professionali consumano meno di quelle piccole, hanno bisogno di un unico servizio di manutenzione e sono più sicure rispetto alla gestione di una moltitudine di piccoli impianti termici autonomi.

Tempus fugit

Qui sotto è riportato l’articolo pubblicato sul mensile “La Piazza” nel numero di Novembre 2015 (Anno XII – Numero 10) intitolato “Tempus fugit”.

Il tempo scorre veloce (tempus fugit – famosa espressione latina), sfuggendo anche alla nostra comprensione, ma alcune volte rallenta, infatti non è un indice di riferimento assoluto ma dipende dalla velocità con la quale procediamo. Già nel 1971, per verificare come si comportava il tempo per un soggetto in movimento, fu eseguito questo esperimento: furono presi due orologi atomici sincronizzati (sono molto precisi, perdono 1 secondo ogni miliardo di anni), uno fu lasciato a terra e l’altro fu collocato su un jet, e dopo il volo intercontinentale fu constatato come i cronometri risultavano sfalsati, anche se solo di qualche centinaio di miliardesimo di secondo. Il tempo sul jet era trascorso più lentamente perché questo si muoveva ad alta velocità, quindi si è dimostrato che il moto nello spazio influenza la velocità con cui il tempo scorre.
Cosa è dunque il presente? Quello che si trova tra il passato ed il futuro, l’istante che vivo ora mentre scrivo l’articolo, che però non è lo stesso identico istante di quello dei cosmonauti che viaggiano intorno alla terra a 27.600 km/h, compiendo ogni giorno 15 giri del pianeta, perché sulla stazione orbitante il tempo scorre più lento, è come se loro si trovassero in un’altra dimensione spazio-temporale rispetto alla mia. In questo caso la differenza di tempo è piccola, perché siamo vicini, ma se pensiamo ad un alieno su un pianeta lontanissimo (10 miliardi di anni luce da noi), costui vive il nostro stesso istante se resta fermo, ma se inizia a pedalare allontanandosi da noi, l’enorme distanza che ci separa lo farebbe piombare nella dimensione temporale che corrisponde alla terra durante la prima guerra mondiale, invece se l’alieno pedala avvicinandosi a noi è come se vivesse un’istante che appartiene al nostro futuro tra 100 anni. Per capire meglio, se tutta la storia dell’universo fosse scritta in un libro, ed io stessi vivendo la pagina-anno 2015, se l’alieno fosse fermo si troverebbe sulla mia stessa pagina spazio-temporale, ma se si muovesse pedalando lontano da me si sposterebbe alla mia pagina-anno 1915, mentre se si spingesse pedalando verso di me si trasferirebbe alla mia pagina-anno 2115. Insomma, così come intorno a noi vediamo tutto lo spazio che esiste, allo stesso modo lì fuori c’è tutto il tempo, dalla nascita alla morte dell’universo, ed il passato, il presente ed il futuro convivono insieme indistintamente, come un film impresso su una pellicola in cui tutti i momenti esistono già. Ma perché meravigliarsi, se osserviamo i corpi celesti, la luce che ora vediamo è quella prodotta dalle stelle milioni di anni fa, quando l’uomo ancora non compariva sulla terra, quindi la nostra percezione del presente è ingannevole. Allora si potrebbe viaggiare nel passato e nel futuro? Teoricamente si. Anche la gravità influenza il tempo, per questo se si potesse passare vicino ad un buco nero, 2 ore in orbita lì introno corrisponderebbero a 50 anni sulla terra, in questo modo avremmo viaggiato nel futuro. Tornare nel passato è più complesso, infatti sono stati teorizzati i wormhole, cioè dei cunicoli spazio-tempo che collegano due punti e due momenti diversi dell’universo, ma sono ancora impraticabili perché anche se le leggi della fisica sono reversibili, esiste un unico verso in cui il tempo può scorrere (la freccia del tempo) perché è irreversibile, e ciò deriva dal principio di Boltzmann per cui nell’universo l’entropia (misura del disordine) non può che aumentare con il tempo, ed il momento di massimo ordine è stato proprio il big bang (l’inizio di tutto) quando tutta la materia era concentrata in un punto, e prima di quel momento non esisteva né il concetto di spazio né quello di tempo.
Solo superando le esperienze ordinarie si può andare oltre le nostre percezioni limitate, e comprendere che siamo parte di una realtà molto più ricca e straordinaria di quella che ora riusciamo a vedere.